Poesie | sabato 23 luglio 2011
Carlo Di Legge
D'improvviso, il giorno dei negozi
Non sei l’autore: tutt’al più ti trovano, le immagini.
Il giorno dei negozi, dopo l’accordo con i posteggiatori,
numi tutelari delle soste, comprammo camicie e vestiti.
Aerei affaticavano i cieli pulsanti.
Il caldo camminava sulle acque e sull’ingresso della città
immensa,
in prossimità dei docks, verso i cantieri del Mediterraneo.
Immobili gru e un alto scheletro d’acciaio circolare
sorvegliavano il viavai di merci,
e soprattutto, ovunque, passavano genti.
Al ritorno, decidemmo di pranzare.
Era una pizzeria,
tavolini per i viaggianti sulla strada, sotto gli ombrelloni.
Un giovane gentile, orientale o africano,
raccoglieva ordinazioni.
D’improvviso, senza motivo, lei recitò:
i messaggeri sono un esercito senza numero –
ma un motivo si presenta sempre,
e difatti le immagini furono immediate,
esercito senza materia ma evidente
nella terribile luce.
Tra porto e stazione ferroviaria –
un luogo d’esodo e d’immagini, sulla strada del mare,
può divenire via di deserto e di terra promessa,
e nascono e approdano da un’altra acqua
le cose che non vedi sùbito,
come cammelli, cavalli e marcia di generazioni:
la via fu una pista carovaniera,
e la strada dei palazzi del mare quasi scomparve,
cedendo ai pazienti animali a quattro zampe,
sul selciato sconnesso, dove barcollano e rovinano le auto,
senza sosta correndo,
e ti sei fermato per caso, ad ascoltare e a guardare.
Mentre parola e figura circolavano,
d’improvviso dai vuoti cieli fu mandata la brezza,
sollievo immenso al sudore dei viandanti.
Anche se non ci fossero terre promesse,
e la strada si riducesse alle pietre sporche e polverose,
in qualunque luogo, sai che le visioni sarebbero con te,
umbratile sostanza in forma di parola.
C’è un tempo per ogni cosa, sotto il cielo – così è scritto.
Ma un sogno può dare passaggi e direzioni,
e le veloci immagini possono sempre venire.
Napoli, 15.7.2011