Sentire il tango argentino. Dieci lettere e una poesia
Carlo Di Legge
Un vero milonguero desidera morire ballando, è stato detto: ciò si comincia a comprendere quando si intravede in movimento e sentimento (o forse è un inganno?) il senso della musica del tango argentino, ogni musica una interpretazione, con ogni ballerino una diversa interpretazione della stessa musica in ogni diverso momento. Il tango è gioire per una serata in cui il ballo è felice e ispirato sempre, e ne viene soddisfazione senza parole; è anche le donne sedute invano per ore in attesa dell’invito; è il rifiuto della donna, e il timore di sentirsi rifiutato, che l’uomo deve affrontare; è gioia di condivisione e cruda difficoltà di rapporti che non si avviano, o, una volta avviati, s’interrompono per incapacità di cura dell’altro.
Su Carlo Di Legge
È stato a lungo in Puglia ma è nato per puro caso a Salerno, poi ha trascorso gli anni a trasferirsi per l’Italia. Serba uno scrigno incantato del passato e inventa cattedrali benevole per l’avvenire. Spera di essere, in questo, come tutti. Negli ultimi tempi dice d’essersi iscritto alla scuola del presente. Scrive di filosofia, di tango e di poesia, è vero, bisogna ammetterlo.
Fuori Collana
Testi singolari, capaci di incantare senza necessariamente appartenere.