Poesie | sabato 21 maggio 2011
Carlo Di Legge
Via nuova
Via nuova, aperta in poco tempo,
solo in parte.
Aperta da poco:
sembra un gioco.
Via nuova fatta ad arte,
taglia
le terre, taglia la faglia,
sotto la montagna.
Sole che brucia, pioggia che bagna.
Cariche elettrostatiche.
Se tocchi l’acciaio del guardrail
l’invisibile ti trova e ti percuote.
Tratto aperto di via nuova
da poco tagliata.
Auto, poche. Passeggiata.
Dall’alto del presente
il vento a riportare
figure di passato –
polvere, breve fiato
dal tratto sterrato.
Di fronte, proprio dietro
la collina del castello diroccato, dalle
case, da ogni corte,
vive figure, anime
morte
Ritorni
trascinati
dal vento,
passi perduti
d’incalcolabili giorni.
All’opposto,
dal mare dietro la gobba della croce,
qualche altra voce,
ma piano, quasi di nascosto.
Torrente ingabbiato nel cieco e sordo
cavo della forra,
asciutto ventre di terra, ricordo
d’acqua che corra.
Via nuova, sterrata
o asfalto, circuito del tempo, tempo
alla portata.
Non so che di sottile, forse nostalgia:
comunque sia,
di limpida immagine
fa evidente vertigine.
Terre sossopra, ordinati
frutteti –
sull’alto della dolce curva, castagneti –
capanni scoperchiati serbatoi
rovesciati.
E parapetti
e muraglioni di cemento
nel camminare lento:
non t’aspetti,
ecco arriva
qualche nuova prospettiva.
Sempre figure. Gran ceppi in lento
avvicinarsi, radici contorte,
c’è molto, qualcosa invento:
aspetti di cose, della vita e della sorte.
Cava de’ Tirreni, Pasqua 2011