Poesie | giovedì 5 maggio 2011

Carlo Di Legge

Vibrante corda armonica

Di questi tempi, il cammino
avverte la lingua delle antiche pietre
e di ogni età del giorno, d’ogni
sfumata luce di cielo.
Qui parlano musiche di cielo e d’ acqua:
per questo,
ho potuto vederti, e sentire proprio te,
vibrante corda armonica:
adesso musica di questo mio tempo.

Portavo già queste parole, e posso dirtele.

Tu sei
come un villaggio, familiare in ogni angolo.
Sei distanza che si annulla, rivelando altra distanza;
sei una prossimità, e ogni punto è dentro.

Se resti, continuerò a guardare
in te l’eleganza venerabile,
ma giovane ogni volta.
Se vai – continuerò ad avvertire per te vicinanze e
distanze,
fin quando potrò,
poi
forse tornerò
a qualcuno, o a nessuno, al qualche volta, o al mai.

Poi
certamente tornerò
a ogni sfumata luce
di stella e musica di vento notturno;
e al tutto insieme che ho dentro,

a questa luce oscura che mi attraversa in ogni direzione,
domanderò – senza credervi – perché
ciò che ha inizio è da sempre già finito.


13.4.2011


Su Carlo Di Legge
È stato a lungo in Puglia ma è nato per puro caso a Salerno, poi ha trascorso gli anni a trasferirsi per l’Italia. Serba uno scrigno incantato del passato e inventa cattedrali benevole per l’avvenire. Spera di essere, in questo, come tutti. Negli ultimi tempi dice d’essersi iscritto alla scuola del presente. Scrive di filosofia, di tango e di poesia, è vero, bisogna ammetterlo.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.

Sentire il tango argentino. Dieci lettere e una poesia, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2011)
Il candore e il vento, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2008)