Poesie | martedì 22 marzo 2011

Carlo Di Legge

Notizie da Amsterdam

Lavori in corso sul canale Prinsengracht, di fronte. La
casa
è sempre lì, un po’ cambiata, a specchio dell’acqua pigra. Se
lei fosse viva, la ragazzina ebrea,
continuerebbe a vedere, uscendo di casa,
i barconi ormeggiati, e adesso
anche il Tulip Museum, nella casa di legno – ascolterebbe
le stesse campane
della grande Westerkerk, proprio di fianco, dove
hanno sepolto Rembrandt, non si sa bene in che punto.
Invece anche lei, come tanti della sua gente, è uscita in fumo,
dalla fabbrica di morti, lontano da qui.

L’acqua continua sotto i ponti, e le campane
a suonare. Noi diciamo che niente s’è fermato, come se
il tempo si muova.

Le scarpe dei soldati del Reich sono ferme
ma adesso qui sembra (era già così) che tutta la passione degli
uomini
sia nei loro traffici,
e sotto l’appartamento, al terzo piano dello Anne Frank Museum
(otto e cinquanta per gli adulti, ridotto i minori),
più giù delle teche con i diari,
i turisti consumano chiacchierando,
sulle sedie arancione.
Qualcosa resiste,
m’impedisce di salire alla casa.
Poi mi raccontano dell’emozione
del passaggio segreto, dell’aria ferma nel nascondiglio,
di sopra. Forse un giorno tornerò.

Scende il crepuscolo sui venditori di hot dog
davanti alla chiesa.

L’acqua continua a rodere le fondamenta,
esala un’aria ferma e stantia
nei negozi d’antiquariato e futilità.

Forse ciò che resta non si mostra ma di certo si fa sentire.




Amsterdam, 15.3.2011


Su Carlo Di Legge
È stato a lungo in Puglia ma è nato per puro caso a Salerno, poi ha trascorso gli anni a trasferirsi per l’Italia. Serba uno scrigno incantato del passato e inventa cattedrali benevole per l’avvenire. Spera di essere, in questo, come tutti. Negli ultimi tempi dice d’essersi iscritto alla scuola del presente. Scrive di filosofia, di tango e di poesia, è vero, bisogna ammetterlo.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.

Sentire il tango argentino. Dieci lettere e una poesia, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2011)
Il candore e il vento, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2008)