Poesie | martedì 1 febbraio 2011
Carlo Di Legge
Mi sono quasi fermato
Ho letto libri di poesia
e non vedevo l’ora di finirli,
ma di questo, desidero sempre girare la pagina.
Quanto all’autore,
ho vissuto più a lungo di lui, di parecchio,
è come se mi dicesse:
fa’ del tuo meglio, sarebbe ora.
Il libro ha cinquecento pagine e più:
in pochi giorni sono arrivato a sessanta dalla fine
o forse pochi mi sono sembrati:
avrei voluto che fossero di più,
leggendo m’ero quasi fermato.
Questo è il mio poeta, ho pensato, è questa la poesia
che vorrei, o una delle poche,
perciò mi sono quasi fermato. Quasi:
per vedere cos’altro dice,
vorrei sempre voltare pagina,
e insieme vorrei fermarmi a vedere meglio
cosa veramente intendeva adesso,
o cosa mi lascia intendere.
Appare come la vita, quel che lui s’inventa è
tutto vero, lo puoi riconoscere,
ma è anche una rivelazione,
quindi non è proprio come la vita ma è una
vita maggiore, come uno di quei distillati
ottenuti con somma cura.
Mi sono
quasi
fermato, sto rallentando la lettura
per poterla gustare più a lungo, perché so che
non c’è tempo, è sempre così, di solito non torno
sulle cose già lette.
Ma non so cos’ha questo libro, oppure cosa ho io:
è insolito.
Quest’uomo, la sua storia, il libro. Forse
lo lascerò sul tavolo – aspetto, forse
bisogna cercare altro tempo.
Gennaio 2011