Poesie | venerdì 10 dicembre 2010
Carlo Di Legge
Anniversario
Da giorni diluvia.
Sono tornato al cimitero,
all’ingresso principale, vicino ai binari,
e ho comprato fiori.
Avevo già notato i lavori in corso
guardando dal cancello.
Avevo visto uomini in tute giallo e arancio
fracassare muretti e tirar fuori dalla terra
i morti senza pace.
Alla tomba dei miei una patina nera era scesa
sulla pietra in verticale, quella con la loro foto.
So che due metri più sotto e intorno
i morti sono tutti uguali
eppure ricerco ancora i segni distintivi dell’amore
che ci lega.
Non c’è un’anima,
qualcuno esce dalla cappella grande,
come mi rigiro è scomparso.
A sera torno alla chiesa del tuo funerale,
madre, passando per il viale sotto la casa che abitammo,
ancora uguale e vuota come per sortilegio.
Le persiane aperte a prendere aria
sui balconi senza le tue piante
e le stanze buie.
Il prete è lo stesso, prossimo e cordiale.
Oggi sono tre anni e per me molti di più.
Anch’io ho cominciato a seppellire morti senza riuscirvi.
Attraverso ancora i luoghi e mi guardo intorno.
30.XI.2010