Poesie | venerdì 10 dicembre 2010

Carlo Di Legge

Anniversario

Da giorni diluvia.
Sono tornato al cimitero,
all’ingresso principale, vicino ai binari,
e ho comprato fiori.
Avevo già notato i lavori in corso
guardando dal cancello.
Avevo visto uomini in tute giallo e arancio
fracassare muretti e tirar fuori dalla terra
i morti senza pace.
Alla tomba dei miei una patina nera era scesa
sulla pietra in verticale, quella con la loro foto.

So che due metri più sotto e intorno
i morti sono tutti uguali
eppure ricerco ancora i segni distintivi dell’amore
che ci lega.
Non c’è un’anima,
qualcuno esce dalla cappella grande,
come mi rigiro è scomparso.

A sera torno alla chiesa del tuo funerale,
madre, passando per il viale sotto la casa che abitammo,
ancora uguale e vuota come per sortilegio.
Le persiane aperte a prendere aria
sui balconi senza le tue piante
e le stanze buie.

Il prete è lo stesso, prossimo e cordiale.
Oggi sono tre anni e per me molti di più.
Anch’io ho cominciato a seppellire morti senza riuscirvi.

Attraverso ancora i luoghi e mi guardo intorno.



30.XI.2010


Su Carlo Di Legge
È stato a lungo in Puglia ma è nato per puro caso a Salerno, poi ha trascorso gli anni a trasferirsi per l’Italia. Serba uno scrigno incantato del passato e inventa cattedrali benevole per l’avvenire. Spera di essere, in questo, come tutti. Negli ultimi tempi dice d’essersi iscritto alla scuola del presente. Scrive di filosofia, di tango e di poesia, è vero, bisogna ammetterlo.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.

Sentire il tango argentino. Dieci lettere e una poesia, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2011)
Il candore e il vento, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2008)