Poesie | lunedì 12 luglio 2010
Carlo Di Legge
Cilento
Passaggio: comunque vada, qualcosa sta per cambiare.
S’insedia l’afa.
Lascerò ancora questa terra.
Questi paesi vogliono vivere; anch’io vorrei poter
tornare
come quegli uomini sparsi ovunque che tornano sempre.
Tra le tante radici, eccone una nuova. Dove non sono nato
e non ho ricordi.
Una radice non è così.
Ha realtà perché la sento.
Di tutti gli amori perduti,
questo
ora mi parla con forza, non so perché.
Dispongo a fatica le carte
nel modo che sembra più ragionevole
e resto ad aspettare.
Ho in mente una linea che risplende tra mare e cielo,
in fondo a un uliveto.
Luglio 2010
Su Carlo Di Legge
È stato a lungo in Puglia ma è nato per puro caso a Salerno, poi ha trascorso gli anni a trasferirsi per l’Italia.
Serba uno scrigno incantato del passato e inventa cattedrali benevole per l’avvenire. Spera di essere, in questo, come tutti.
Negli ultimi tempi dice d’essersi iscritto alla scuola del presente.
Scrive di filosofia, di tango e di poesia, è vero, bisogna ammetterlo.
Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete.
A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà.
A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi.
A volte c’è un bisogno di poesia.
In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.