Poesie | giovedì 4 giugno 2009
Carlo Di Legge
Le sono andato troppo vicino
Sul ponte della
mia tachicardia,
bisognava passarci.
C'era lei, mi sono avvicinato
per sapere la strada.
Lei mi domanda per dove.
Non rispondo.
Allora mi propone il silenzio.
Questo silenzio è lei.
Lei mi emoziona.
Certo le sono andato
troppo vicino,
lei s'è difesa come un guerriero,
mira precisa, una freccia da due
passi
La
riconosco, la sua rigorosa disciplina.
So quasi tutto quello che lei pensa,
così credo,
ma non giova alla mia
tachicardia.
30.5.2009
Su Carlo Di Legge
È stato a lungo in Puglia ma è nato per puro caso a Salerno, poi ha trascorso gli anni a trasferirsi per l’Italia. Serba uno scrigno incantato del passato e inventa cattedrali benevole per l’avvenire. Spera di essere, in questo, come tutti. Negli ultimi tempi dice d’essersi iscritto alla scuola del presente. Scrive di filosofia, di tango e di poesia, è vero, bisogna ammetterlo.
Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.
