Poesie | lunedì 4 maggio 2009

Carlo Di Legge

Riscrittura di lode

Di te danno notizie contraddittorie i Libri, e molti uomini che
parlano di te, non mi piacciono.
Null’altro. Il linguaggio vaneggia.
Ma, ammesso che tu ci sia, dovrei ringraziarti per come le cose sono?
A partire dalla morte, il gran timore di tutti i mortali, non vedo
perché dovrei.
Ma provo: e ringrazio te, dio indifferente.

Delle cose preziose dell’esistenza ti ringrazio, senza sapere di te.
Sia lode a te: ma non credo di conoscerti.
Sia lode per il colore dei metalli, per il diverso risplendere del
rame e dell’oro, per le pietre che porta la terra, per le diverse
densità.
Non per il commercio delle pietre e per le guerre, per gli
uomini che muoiono per i metalli e le pietre.
Sia lode per l’acqua generatrice di simboli e di vita, per la nutrice
terra. Ma non per la brama dell’acqua e della terra.

Sia lode a te per la bellezza delle donne, per il profumo e per
il sorriso, per l’affetto e la voce e per il desiderio che ispirano,
ma non per la violenza, per la concupiscenza e ciò che possono
subire
da uomini brutali.
Sia lode a te e agli uomini buoni, per l’amicizia di cui ci onorano,
sia disonore alla malvagità, che causa fortune e differenze.
Lode a te per le intelligenze degli uomini, perché hanno
cambiato il piccolo mondo, anche se non vanno
molto lontano.

Sia lode a te
per il cibo, per le stelle ardenti e per quelle fredde, per il sole
motore e per le geometrie dei pianeti, per il mare ambiguo,
per il cielo amico, che può farsi estraneo.
Per tutte le cose può salire a te un movimento di lode.
Se sia dovuto, se tu sia, se abbia a che fare con il mondo,
non so. Ma nutro
ammirazione, e alcuni uomini che ti lodano sono grandi.
Anche se non mi salverai, potrei essere già salvo.
Lode anche per questo giorno, per questo malessere, leggero
come un disappunto.
8.3.2009


Su Carlo Di Legge
È stato a lungo in Puglia ma è nato per puro caso a Salerno, poi ha trascorso gli anni a trasferirsi per l’Italia. Serba uno scrigno incantato del passato e inventa cattedrali benevole per l’avvenire. Spera di essere, in questo, come tutti. Negli ultimi tempi dice d’essersi iscritto alla scuola del presente. Scrive di filosofia, di tango e di poesia, è vero, bisogna ammetterlo.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.

Sentire il tango argentino. Dieci lettere e una poesia, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2011)
Il candore e il vento, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2008)