Poesie | giovedì 26 marzo 2009

Carlo Di Legge

Non sai cos’è la pioggia



Con l’andare del tempo, si fa chiara
la verità della tua malinconia.
Non ti fai viva. Richiusa nella tua
casa
tra montagna e pianura,
dentro la tua fortezza, in solitudine
trascorri i giorni.
Come nella tua casa si riducono
di numero le cose, così
dei tuoi pensieri t’accompagni
l’essenziale.
Ricordati di me: i tuoi regali,
li conservo,
come ho memoria delle tue
collere assurde.
L’amore ti ha reso una presenza
– tu c’eri, ma non eri
tu – che
guardava da occhi ostili.
Legarmi, non potevi, anche se non
volevi.
Ma séguimi, se vuoi: dicono
che, nel deserto, dalla sabbia
e tra le pietre
dopo la pioggia spuntino
le piante e l’erba di
vita breve.
La superficie della mente in poesia
è come il
deserto: da nulla o
da molto poco, dalla natura
ostile nascono
parole e sensi,
ma di vita non breve,
e vivono con te.
Anche nella tua mente a volte
piove,
solo che tu non sai cos’è
la pioggia.


Marzo 2009


Su Carlo Di Legge
È stato a lungo in Puglia ma è nato per puro caso a Salerno, poi ha trascorso gli anni a trasferirsi per l’Italia. Serba uno scrigno incantato del passato e inventa cattedrali benevole per l’avvenire. Spera di essere, in questo, come tutti. Negli ultimi tempi dice d’essersi iscritto alla scuola del presente. Scrive di filosofia, di tango e di poesia, è vero, bisogna ammetterlo.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.

Sentire il tango argentino. Dieci lettere e una poesia, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2011)
Il candore e il vento, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2008)