Poesie | giovedì 26 marzo 2009
Carlo Di Legge
Non sai cos’è la pioggia
Con l’andare del tempo, si fa chiara
la verità della tua malinconia.
Non ti fai viva. Richiusa nella tua
casa
tra montagna e pianura,
dentro la tua fortezza, in solitudine
trascorri i giorni.
Come nella tua casa si riducono
di numero le cose, così
dei tuoi pensieri t’accompagni
l’essenziale.
Ricordati di me: i tuoi regali,
li conservo,
come ho memoria delle tue
collere assurde.
L’amore ti ha reso una presenza
– tu c’eri, ma non eri
tu – che
guardava da occhi ostili.
Legarmi, non potevi, anche se non
volevi.
Ma séguimi, se vuoi: dicono
che, nel deserto, dalla sabbia
e tra le pietre
dopo la pioggia spuntino
le piante e l’erba di
vita breve.
La superficie della mente in poesia
è come il
deserto: da nulla o
da molto poco, dalla natura
ostile nascono
parole e sensi,
ma di vita non breve,
e vivono con te.
Anche nella tua mente a volte
piove,
solo che tu non sai cos’è
la pioggia.
Marzo 2009