Poesie | mercoledì 28 dicembre 2005
Carlo Di Legge
Per Sofia
Un giorno di settembre, in una città lontana, un pallone
giallo fiammante, prima portato dal vento, poi
perduto per sempre
nel dedalo di muri e dislivelli, fu
restituito con esatto calcolo di luogo e di tempo
dall’escogitare del vento e del caso.
Noi sapemmo sperare. Così la rosa: la giardiniera scorse tra
rami secchi
timidi germogli di vita.
Palloni che tornano, rose che rivivono. Un segno
sperato mi basta. Poesia è forma mentis d’invenzioni – per
esempio, anche le cose perdute per sempre tornano.
Non è vero, se vivi nel tempo che non torna. Ma tu – donna
o uomo – sei come me: puoi comprendere, e, volendo,
troverai anche tu che
le cose tornano, e altro ancora: è reale.
Su Carlo Di Legge
È stato a lungo in Puglia ma è nato per puro caso a Salerno, poi ha trascorso gli anni a trasferirsi per l’Italia.
Serba uno scrigno incantato del passato e inventa cattedrali benevole per l’avvenire. Spera di essere, in questo, come tutti.
Negli ultimi tempi dice d’essersi iscritto alla scuola del presente.
Scrive di filosofia, di tango e di poesia, è vero, bisogna ammetterlo.
Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete.
A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà.
A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi.
A volte c’è un bisogno di poesia.
In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.