Poesie | giovedì 30 ottobre 2008

Carlo Di Legge

Appartenenza




Da che ricordo, ho sempre avvertito
confusamente questa natura
delle due terre:
la pianura della Puglia e le montagne della Campania.

Oggi la strada mi porta a questo vallone immenso e selvaggio
e solitario, che solca
profondo
le montagne, e due falchi sostano nell’aria: da un punto
posso vedere il fondo, dove un ruscello ancora scava.

Come m’imbatto nelle visioni della terra,
ritorna la condizione antica
ma domanda e risposta si vanno precisando.

Sono paesaggio dell’anima
l’aspra faglia, il
corso d’acqua, gli
umidi solchi laterali alla grande valle, dove alberi autunnali
sembra s’affollino a risalire al cielo.
So di appartenere a quei tronchi, a ogni stilla,
il mio sangue è la stessa linfa del vivente, so d’essere
in ogni atomo d’ossigeno o di roccia.
Tutto ha qualcosa di abisso illusorio, e di tormento.
Resisto, ma comincio a sentire
come un lontano invito.



30.10.2008


Su Carlo Di Legge
È stato a lungo in Puglia ma è nato per puro caso a Salerno, poi ha trascorso gli anni a trasferirsi per l’Italia. Serba uno scrigno incantato del passato e inventa cattedrali benevole per l’avvenire. Spera di essere, in questo, come tutti. Negli ultimi tempi dice d’essersi iscritto alla scuola del presente. Scrive di filosofia, di tango e di poesia, è vero, bisogna ammetterlo.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.

Sentire il tango argentino. Dieci lettere e una poesia, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2011)
Il candore e il vento, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2008)