Poesie | martedì 22 luglio 2008

Carlo Di Legge

Da quella notte, un sogno



Da quella notte, un sogno mi ossessiona.
Un mondo senza luce, come
una prigione, senza i colori della vita
in una casa deserta.

Quella disposizione di stanze la conosco, so
che non vorrei,
eppure in qualche modo m’appartiene.
Entro per una porta che non c’è, sognata
porta, che s’apre in un muro
d’una mia casa, quale non so, della mia vita.
S’apre, vedo bene il chiavistello
d’apertura. Entro.

Tutto evidente, e nulla: so che a ogni
stanza sognata
ne corrisponde una reale,
vedo e non vedo indizi
ma non so descrivere
corrispondenze.

Nelle stanze senza luce
so che vi sono gli stessi antichi mobili
della mia casa, ma
come dimenticati: là vedo
accumularsi polvere e
strati di silenzio, e ragnatele morte.
Forse non sarà mai, e non fu; oppure forse
eternamente l’abbandono aleggia su di noi e
sulle nostre cose,
come un mondo che può essere e non deve,
dove nessuno cammina,
da percorrere sognando.

Luglio 2008


Su Carlo Di Legge
È stato a lungo in Puglia ma è nato per puro caso a Salerno, poi ha trascorso gli anni a trasferirsi per l’Italia. Serba uno scrigno incantato del passato e inventa cattedrali benevole per l’avvenire. Spera di essere, in questo, come tutti. Negli ultimi tempi dice d’essersi iscritto alla scuola del presente. Scrive di filosofia, di tango e di poesia, è vero, bisogna ammetterlo.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.

Sentire il tango argentino. Dieci lettere e una poesia, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2011)
Il candore e il vento, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2008)