Poesie | martedì 26 dicembre 2006
Carlo Di Legge
Dicembre
Il melograno è giallo, sembra secco.
Strada di pietre nere levigate, altissime
arcate. Il cielo è azzurro e
terso, l’isola si taglia
nel mare d’oro, il lago parla.
Dolce e gelido cielo, neanch’io so
cosa fare di ciò che mi
viene: mi limito a ricevere, raccolgo.
Le figure sono come porte chiuse.
L’antica strada conduce alle parole, le
parole sono chiavi.
Delle tue strade, nessuna porta a me.
La
chiave delle chiavi non si trova.
Sei remota e presente come il lago, e
l’arco.
Necessaria e cruda come un mito.
Raccolgo figure, le lascio
riposare. Non mi do pena: questa terra
è potente. Poi
pensieri su pensieri
gettano radici su radici
nel ventre freddo e gonfio di dicembre.
Cuma, dicembre 2006
Su Carlo Di Legge
È stato a lungo in Puglia ma è nato per puro caso a Salerno, poi ha trascorso gli anni a trasferirsi per l’Italia. Serba uno scrigno incantato del passato e inventa cattedrali benevole per l’avvenire. Spera di essere, in questo, come tutti. Negli ultimi tempi dice d’essersi iscritto alla scuola del presente. Scrive di filosofia, di tango e di poesia, è vero, bisogna ammetterlo.
Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.
