Poesie | sabato 2 dicembre 2006
Carlo Di Legge
Il vento freddo frusta le piante
e stanno ripavimentando le strade
Il caldo ha reso turgide le piante, la mancanza
d’acqua ha imposto esercizi. Il vento freddo ora
le frusta.
Stanno ripavimentando le strade.
Vestiti e oggetti s’ammucchiano e tentano un
assedio, la memoria si smarrisce come un mucchio
di cose: una sortita spezza il cerchio, il regalo
involontario d’un ordine, ecco, governa l’esperienza.
In te, stelle nocchiere. Semplifica i pensieri. Siano
nudo aspetto d’una pianta invernale. Pur sempre ottobre
alla tua porta bussa, avviene che tu scriva di più
di quel che scrivi.
E stai di casa nei colori accoglienti.
Apprendi gli altri, senza seguirli ovunque. Sarai solo
spesso, ma guarda ottobre come bussa: non conosci
solitudini peggiori?
Non dimenticare l’esercizio. Se non per il difficile, il
facile non sarebbe. Se non per il complesso, non avevi
il semplice.
Non ti porre il problema che t’insidia
quando possiedi tutte le soluzioni: debiti che non
puoi pagare, non ne hai, anche se
l’impossibile non difetta di motivo.
Sia l’anima un campo di sovrane mancanze, un
palazzo vuoto e attraversabile. Essenziale,
tesa a ciò che resta.
Resto di libertà, conforto di sole e intermundi
d’ottobre. Vie ben lastricate che nessuno percorre,
se non vuoi. Un ponte che barcolla ma sostiene,
e quando piove un soffitto basso, che decanta umori.
Cuore che non s’inganna, risposta che aspetta la
domanda. Rispondere senza corrispondere. Tempo
consegnato fuori dal tempo, e la vita allora una
nuvola senza peso.
Un fiume fantastico ha scavato e prosegue più
a valle. Il rigore sarà mitigato dai colori, le domande
ti corrisponderanno. E
non dimenticare l’esercizio.
Ottobre 2006