Poesie | martedì 14 novembre 2006
Carlo Di Legge
Novembre
Le strade dell’aria mi portano
attraverso portici e palazzi
l’ululato dei treni, lo squillo
di fanfare dalla caserma lontana.
Pensavo che il centro sempre fosse da
un’altra parte, e qui,
dove arriva attenuato urlo di treni e suono di
caserme, periferia.
Ora mi trovo qui come
laggiù, in ogni autostrada o tragitto per cielo
o per mare.
Doleva che l’amore fosse altrove e forse era
così. Oggi mi segue ovunque, e un cuore batte
per infinite strade non tracciate.
Lentamente sbiadisco tra bussole, conchiglie
e ritratti. I colori sono eterni.
14.11.2006
Su Carlo Di Legge
È stato a lungo in Puglia ma è nato per puro caso a Salerno, poi ha trascorso gli anni a trasferirsi per l’Italia.
Serba uno scrigno incantato del passato e inventa cattedrali benevole per l’avvenire. Spera di essere, in questo, come tutti.
Negli ultimi tempi dice d’essersi iscritto alla scuola del presente.
Scrive di filosofia, di tango e di poesia, è vero, bisogna ammetterlo.
Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete.
A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà.
A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi.
A volte c’è un bisogno di poesia.
In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.