Poesie | domenica 2 luglio 2006
Carlo Di Legge
Tango notturno
Ai compagni di ballo
Mentre dormi
s’apre una pista nel sonno,
entra la notte.
Mi prende, la notte: è il corpo senza
uguali, il velluto di
una pelle irraggiungibile.
Trabocca di sensi di nere montagne,
campagne nere, acque e cieli neri.
Con mente notturna vado a spasso
in un tango senza fretta
e non mi curo di fermare le figure sorprese,
che tendono a nascondersi, ridendo:
qualcuna resterà.
Sono il signore che conduce la notte
in abito da ballo
trapunto di pietre luminose.
Su Carlo Di Legge
È stato a lungo in Puglia ma è nato per puro caso a Salerno, poi ha trascorso gli anni a trasferirsi per l’Italia.
Serba uno scrigno incantato del passato e inventa cattedrali benevole per l’avvenire. Spera di essere, in questo, come tutti.
Negli ultimi tempi dice d’essersi iscritto alla scuola del presente.
Scrive di filosofia, di tango e di poesia, è vero, bisogna ammetterlo.
Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete.
A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà.
A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi.
A volte c’è un bisogno di poesia.
In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.