Poesie | lunedì 13 marzo 2006
Carlo Di Legge
Fare cose
(A Rob)
Troppo presto e troppo tardi siedono sempre
con paura e pigrizia. Dunque non è il momento.
Sarebbe meglio presto-e-tardi, insieme? Ma le
signore s’indignano.
Buon senso domanda: quale sarà il momento?
Non conosco il presto
e il tardi, ma soprattutto
il troppo!
Sempre presto, o tardi, per chi? Per qualcuno,
per qualcosa, il diavolo se li porti.
Sei qualcuno per qualcuno? Poco importa. Non
certo
per ognuno.
Ed è sempre troppo presto, o troppo tardi, per
qualcosa. Non per niente: del resto, si dà sempre
qualcosa per qualcosa, prima
o poi. Né presto né
tardi. Anche se niente è già qualcosa.
All’inferno il qualcosa! Cucinalo sulle
meticolose braci dell’esperienza. No, facciamo la
cosa, la
cosa di cui si tratta, non qualcosa – seppur
non siamo pronti. La cosa, la cosa! Di che
si tratta?
E’ vero, il sole s’alza e tramonta puntuale,
con scarti stagionali, e sono regolari (sui
calendari) le stagioni. Ma vento gabbiani e
nuvole vengono e vanno al momento, che è
quello: qualcuno, risentito, digrigna i denti al
momento. Sempre qualcosa che non va per
qualcuno. Ed è il momento giusto.
6 marzo 2006