Poesie | lunedì 13 marzo 2006

Carlo Di Legge

Fare cose

(A Rob)

Troppo presto e troppo tardi siedono sempre
con paura e pigrizia. Dunque non è il momento.
Sarebbe meglio presto-e-tardi, insieme? Ma le
signore s’indignano.

Buon senso domanda: quale sarà il momento?
Non conosco il presto
e il tardi, ma soprattutto
il troppo!

Sempre presto, o tardi, per chi? Per qualcuno,
per qualcosa, il diavolo se li porti.
Sei qualcuno per qualcuno? Poco importa. Non
certo
per ognuno.

Ed è sempre troppo presto, o troppo tardi, per
qualcosa. Non per niente: del resto, si dà sempre
qualcosa per qualcosa, prima
o poi. Né presto né
tardi. Anche se niente è già qualcosa.

All’inferno il qualcosa! Cucinalo sulle
meticolose braci dell’esperienza. No, facciamo la
cosa, la
cosa di cui si tratta, non qualcosa – seppur
non siamo pronti. La cosa, la cosa! Di che
si tratta?

E’ vero, il sole s’alza e tramonta puntuale,
con scarti stagionali, e sono regolari (sui
calendari) le stagioni. Ma vento gabbiani e
nuvole vengono e vanno al momento, che è
quello: qualcuno, risentito, digrigna i denti al
momento. Sempre qualcosa che non va per
qualcuno. Ed è il momento giusto.

6 marzo 2006


Su Carlo Di Legge
È stato a lungo in Puglia ma è nato per puro caso a Salerno, poi ha trascorso gli anni a trasferirsi per l’Italia. Serba uno scrigno incantato del passato e inventa cattedrali benevole per l’avvenire. Spera di essere, in questo, come tutti. Negli ultimi tempi dice d’essersi iscritto alla scuola del presente. Scrive di filosofia, di tango e di poesia, è vero, bisogna ammetterlo.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.

Sentire il tango argentino. Dieci lettere e una poesia, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2011)
Il candore e il vento, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2008)