Poesie | domenica 26 febbraio 2006

Carlo Di Legge

Elaboratorio

Dicono: le cose cambiano. Nulla resta
uguale. Tu allora
volgi in profondità l’apparire delle cose
oppure (è lo
stesso) gioca al contrario.

Ascolti l’inaudito, sostieni
l’indicibile? Non credere troppo a
lungo
all’incredibile (che
accade). Poi
attraverso le cose volgi uno sguardo
intrepido. Credi.

Non avere paura. Oltre la corona
scintillante dell’inverno, sempre
qualcosa rinasce.

Forse è perché non abbiamo, che
abbiamo: può essere ciò che manca,
la forza. E dentro
qualcosa è sempre vivo e suscettibile.


Su Carlo Di Legge
È stato a lungo in Puglia ma è nato per puro caso a Salerno, poi ha trascorso gli anni a trasferirsi per l’Italia. Serba uno scrigno incantato del passato e inventa cattedrali benevole per l’avvenire. Spera di essere, in questo, come tutti. Negli ultimi tempi dice d’essersi iscritto alla scuola del presente. Scrive di filosofia, di tango e di poesia, è vero, bisogna ammetterlo.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.

Sentire il tango argentino. Dieci lettere e una poesia, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2011)
Il candore e il vento, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2008)