Poesie | giovedì 13 agosto 2015

Carlo Di Legge

Adesso

Adesso,
la casa dalle porte aperte.
La casa gira.
Finestre sulla notte.

Occhi come finestre,
sono ferite che prendono la notte:
notte è l’altro,
nessuno intende l’altro.

Ciò che mancava – smeraldo della notte.
Allora
da bambino fuggivo
ma uscendo di nascosto da penombre
al pomeriggio,
alla campagna incendiata di miraggi.

Felicità fu forse il tempo di fuggire,
non ho mai smesso.

Adesso, porte aperte nella casa,
e resto fermo.

Dev’essere il cristallo
dei suoi occhi
nella fresca notte di maggio


4.5.2015


Su Carlo Di Legge
È stato a lungo in Puglia ma è nato per puro caso a Salerno, poi ha trascorso gli anni a trasferirsi per l’Italia. Serba uno scrigno incantato del passato e inventa cattedrali benevole per l’avvenire. Spera di essere, in questo, come tutti. Negli ultimi tempi dice d’essersi iscritto alla scuola del presente. Scrive di filosofia, di tango e di poesia, è vero, bisogna ammetterlo.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.

Sentire il tango argentino. Dieci lettere e una poesia, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2011)
Il candore e il vento, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2008)