Poesie | martedì 26 maggio 2015

Carlo Di Legge

Noi siamo come una città

Noi siamo come una città:
periferie, case basse, orizzonti,
viaggiatori e avventura,
orientarsi e perdersi.

Siamo storie di persone raccontate da persone,
piacere a raccontare,
tristezze a ricordare.

Incontrarsi per sempre,
vedersi una volta e neanche saperlo,
linguaggi che accolgono,
linguaggi che combattono,
linguaggi che ingannano.

I nostri pensieri sono un’immensa città.
Noi
siamo pensieri dell’immensa città.
Il cielo dei pensieri
è un’atmosfera dove nuotano pigramente
o guizzano a volte
e restano e migrano inquieti
migliaia di stormi di milioni di uccelli.

Noi siamo come il centro di un’immensa città,
i piani alti della notte illuminati di luce soffusa,
sovranità del segreto,
appartamenti inaccessibili
che sembra custodiscano chi sa quale mistero dell’essere.

Noi siamo come un giardino in città.
Radici di un grande giardino, memoria e affetti.
Innesti riusciti,
significati.
L’albero frondoso che sappia proteggerci.

Libertà. Verità
di nessuno,
di grandi strade
silenziose e sporche.

Aprile 2015


Su Carlo Di Legge
È stato a lungo in Puglia ma è nato per puro caso a Salerno, poi ha trascorso gli anni a trasferirsi per l’Italia. Serba uno scrigno incantato del passato e inventa cattedrali benevole per l’avvenire. Spera di essere, in questo, come tutti. Negli ultimi tempi dice d’essersi iscritto alla scuola del presente. Scrive di filosofia, di tango e di poesia, è vero, bisogna ammetterlo.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.

Sentire il tango argentino. Dieci lettere e una poesia, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2011)
Il candore e il vento, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2008)