Poesie | venerdì 8 maggio 2015

Carlo Di Legge

Perchè la poesia non potrebbe?

Mitra, coltello: scegliere
accessori. Un nemico si trova.

Anche la pietà
si trova.
A buon mercato:
bisogna solo attendere, o neanche – basta
non diffidare troppo
delle imitazioni.

Bambini morti vengono esibiti
come argomento
in discussione.
Se l’uomo è lupo all’uomo,
in ogni stagione fioriscono
metàstasi
di sentimenti assassini.

Le fosse
sono comuni.
Mentre tu vivi un istante, tanti
aspettano d’essere uccisi.
Un altro istante: sono morti.

Gli ammazzati tornano alla terra,
salgono gloriosi melograni di teste mozzate.
Questo è la mente, dai confini che non sai.

Ma tu
non usare argomenti o immagini
come fossero
pezzi di viventi messi al mattatoio.
Intendi l’altro. Guardalo,
ti somiglia.
Musulmano o cristiano, semina speranza.

E perché la poesia non potrebbe?


Nocera Inferiore, 12.4.2015


Su Carlo Di Legge
È stato a lungo in Puglia ma è nato per puro caso a Salerno, poi ha trascorso gli anni a trasferirsi per l’Italia. Serba uno scrigno incantato del passato e inventa cattedrali benevole per l’avvenire. Spera di essere, in questo, come tutti. Negli ultimi tempi dice d’essersi iscritto alla scuola del presente. Scrive di filosofia, di tango e di poesia, è vero, bisogna ammetterlo.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.

Sentire il tango argentino. Dieci lettere e una poesia, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2011)
Il candore e il vento, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2008)