Poesie | sabato 28 giugno 2014
Carlo Di Legge
Per quando viene il vento
Nulla da dire.
Soltanto
interruzioni e lentezze.
Chiacchiere dal balcone.
Anche il giorno s’attarda.
Torno a vedere il mare ma sta fermo.
Onde pietrificate.
I palazzi sono stinti di sale.
Le navi non promettono,
gli eroi restano a casa.
Può sempre darsi un'apertura della mente
dove rispondano.
Così del canto la misura tento
che non s’alza:
piccole occupazioni, qualche pazienza,
di estreme cose
compassioni.
Sono rase le messi, il cielo è basso,
qualche voce viola dalle stoppie,
non ancora la pioggia sulle case.
Mi studio come struttura lieve
(per quando viene il vento).
8 giugno 2014
Su Carlo Di Legge
È stato a lungo in Puglia ma è nato per puro caso a Salerno, poi ha trascorso gli anni a trasferirsi per l’Italia.
Serba uno scrigno incantato del passato e inventa cattedrali benevole per l’avvenire. Spera di essere, in questo, come tutti.
Negli ultimi tempi dice d’essersi iscritto alla scuola del presente.
Scrive di filosofia, di tango e di poesia, è vero, bisogna ammetterlo.
Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete.
A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà.
A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi.
A volte c’è un bisogno di poesia.
In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.