Poesie | venerdì 11 ottobre 2013
Carlo Di Legge
Acqua d'autunno
Estate, il cammino alzò nuvole di polvere.
Non vedi l’acqua se non quando piove –
dopo
che la pioggia d’autunno ha lavato i colori,
di luce fa cristallo
e sulla terra spunta una festa d’umili fiori.
Adesso, autunno. La montagna è gonfia d’acqua.
Sulla scarpata la terra è nera e benedetta.
Guarda la terra che fu polvere: ora è morbida e raccolta,
ha la ricchezza d’un melograno,
come di sensuale gravidanza.
Ma la forma della terra è acqua,
madre d’ogni forma che nasce dalla polvere
e che domani sarà di nuovo polvere.
Guardala ora, l’acqua: sembra che resti e scompaia
nella terra,
ingoiata e dissolta –
in verità la popola, assume ogni figura d’albero e fiore
e frutto, ogni chicco d’uva della terra ebbra.
Così sembra scivolare su di te,
invece è proteo della tua stessa forma.
Era polvere che polvere ritorna
nel ciclo che si perde, e resta uguale e crea,
ma se la polvere diviene vita e terra madre,
più gran madre l’acqua, che colora il pianeta.
Non vedo il tempo ma ogni forma visibile del tempo
è d’acqua:
nessun deserto calcola il tempo.
Acqua del fiume che include tutti i fiumi,
gocciola e scorre, s’insinua e si precipita,
velocità diverse, dislivello e ristagno, acqua del tempo!
Siamo acqua e miniere della terra,
ognuno una goccia, a suo modo
spiaggia di mare, isola d’oceano, rupe sul fiume.
Il tempo si porta le forme nella polvere,
acqua sono le forme,
il tempo è acqua.
Ma ogni cosa ha il suo tempo d’autunno.
Ottobre 2013