Poesie | venerdì 26 aprile 2013
Carlo Di Legge
Eredità
Se riguardo, oggi, a fine d’ anno,
i dormienti –
separati dal cielo, sotto
il cespuglio delle rose dall’incarnato pallido,
dove l’occhio non va –
con lo sguardo raggiungo
tracce di vita vittoriosa,
luminosi pallidi rami
radicanti nell’aria e nella terra
Attraverso il ricordo
folto di nascondimenti e lampi,
mi pare come fosse sempre ora –
l’inquieto padre, l’idea di uguaglianza,
che come un giudice lo rendeva serio e severo –
la madre, fedeltà e religiosa pietà
per i prossimi, viva di piccole gioie.
Similmente, da chi
è stato una volta nel tempo,
vengono eredità –
in qualche modo, oggetti e libri, per qualche
appartenenza d’ emozione e parola:
testimonianze. Parentele
che non potevo immaginare.
Mi regalano un luogo protetto,
anche se dura un istante,
come una stazione
d’incontri e nuove partenze.
Le piante algide,
che ho appreso a potare
senza ferirmi,
profumo pallido mi regalano.
Gennaio 2013