Poesie | giovedì 31 maggio 2012
Carlo Di Legge
Preghiera sostenibile
So che non ti conosco –
se esisti, è al di là di come s’immagina.
So che non mi conosci,
eppure all’infinito mi comprendi.
Preferisco dire che le giornate stanno diventando
calde e accoglienti, e in un altro tempo furono ostili,
o restano ostili, in qualche modo,
e questo non è banale come sembra.
Provo gratitudine per questo tempo
sentito amico, o sereno.
Ma non so cosa mi aspetta – grazie
per ciò che mi attende oltre, grazie per ogni oltre,
per ciò che vedo e non vedo,
che sembra, e forse non è.
Ogni giorno mi colma
e non mi abituo al nuovo giorno.
Grazie per questo splendore, per qualche miseria.
Quando è trascorso l’oggi,
e so che le persone amate riposano senza danno,
ringrazio.
Del male che conosco e non conosco,
ho dolore.
Per la conoscenza del dolore sono grato.
Per chi mi ha amato e ho deluso,
per coloro che ho amato e mi hanno deluso,
per amore e disamore,
illusione e delusione, per la poca fede e la grande speranza,
ringrazio.
Per mantenermi vivo finché ho vita,
per la curiosità che permane, per la stanchezza che dilegua
e ricompare.
Per il mistero che sono, per l’appartenenza al mistero.
Per la strada, che a ciascuno si apre,
e per l’ostacolo, ringrazio.
Per ogni vita, bene o male spesa.
D’essere all’altezza della mia morte,
almeno quanto chi mi lasciò,
e più,
quando mi aggiungerò all’incalcolabile folla,
spero.
Non ti conosco, né potrei.
Assenza di nome, dio impenetrabile,
che mi tenti ispirandomi la repulsione del male
come nel tramonto frastagliato,
non ti conosco e non so nulla. Eppure ti sento.
24.5.2012