Poesie | martedì 15 maggio 2012

Carlo Di Legge

Poesia di maggio

Ogni volta gradita come un nuovo giorno,
sei combattiva come un enigma.
Resti
evanescente come ombra di luna: ma reale
come sabbia di mare,
fertile terra, roccia bianca della cima.
Sei sottile come un fuscello
portato dal vento,
e insieme dura, eppure calda di sentimento –
levigata come un discorso,
incisiva e tagliente come una risposta.
Pietra preziosa e singolare: ti ritrovi
e perdi nei tuoi riflessi innumerevoli.

Sei quel sollievo che provo guardandoti,
o ascoltando,
quando senza motivo siamo insieme.
Oppure pesi – è come rispondere a se stessi.

Sei come una bambina.
Un sorriso, una mossa
d’innocenza maliziosa:
prima che me ne accorga, vinci,
ma la posta era niente.
O sei la guerra, per una sola parola.

Guardo: non ti presenti
sulla mia strada,
e non finisco di proportela;
eppure ci sei, sulla tua, come
se potessi seguirti –
perché è vero,
qui
lontano e vicino si confondono.

Monastero di passi discreti e penombre,
dove
esitando
si entra,
come uno scrigno di caldi silenzi.

Minuscola presenza. Smisurata parola
di maggio.

Maggio 2012


Su Carlo Di Legge
È stato a lungo in Puglia ma è nato per puro caso a Salerno, poi ha trascorso gli anni a trasferirsi per l’Italia. Serba uno scrigno incantato del passato e inventa cattedrali benevole per l’avvenire. Spera di essere, in questo, come tutti. Negli ultimi tempi dice d’essersi iscritto alla scuola del presente. Scrive di filosofia, di tango e di poesia, è vero, bisogna ammetterlo.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.

Sentire il tango argentino. Dieci lettere e una poesia, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2011)
Il candore e il vento, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2008)