Poesie | venerdì 6 aprile 2012

Carlo Di Legge

Fieramente

Forse di te
ho visto meravigliosi dettagli,
un passo di danza o un sorriso
o guizzo di benefica passione
inatteso come un raggio di sole
su strade d’inverno.
Con te, sconosciuta, ho visitato
da solo
le città dove non sono stato,
Le discussioni con la tua mente
mi cambiano la vita.
Anche non essendoci, sei sempre stata,
calda come un colore d’autunno,
viva e potente come una primavera.

A me, innamorato,
come nessuno
sei fiorita.
Ti ho scritto inarrivabili poesie
senza scriverle.
E come te,
fieramente,
me ne vado al niente.

Nocera Inferiore, 30.3.2012


Su Carlo Di Legge
È stato a lungo in Puglia ma è nato per puro caso a Salerno, poi ha trascorso gli anni a trasferirsi per l’Italia. Serba uno scrigno incantato del passato e inventa cattedrali benevole per l’avvenire. Spera di essere, in questo, come tutti. Negli ultimi tempi dice d’essersi iscritto alla scuola del presente. Scrive di filosofia, di tango e di poesia, è vero, bisogna ammetterlo.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.

Sentire il tango argentino. Dieci lettere e una poesia, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2011)
Il candore e il vento, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2008)