Poesie | lunedì 12 marzo 2012

Carlo Di Legge

Versione d'inverno

Non un movimento, solo i campi intirizziti.
Prima, ogni parola è un’isola d’esilio.
Mare spettrale, non sembrano
navi che tornino. E poi,
la luna, per fortuna.

Come ti parlano i campi dell’inverno,
per dire la diminuzione!
E non sai se i battelli così lenti
che traversano il freddo
raggiungeranno un porto.

Eppure il quasi, il poco, sono grani d’incenso
che bruciano nei fuochi dell’inverno.
L’inverno non è tutto.
Spunta da questi campi la potenza del nuovo,
dalle piante ferite ora germogliano
colori cupi e potenti.
Il grido di tutte le tormente,
l’irreparabile, il sale nelle zolle,
l’esposto senza riparo,
offrono il poco:
tu con amore senza fine
cui non sembra che amore risponda
semina le terre del poco.

La pazienza nel poco e nel quasi
apre le pagine,
tutto si presenta:
di parole incontrate nella fretta,
nel diminuito
nell’approssimato
venute di dove non sai,
guarda
il senso che vira,
per sé viene il senso che non trovi,
lo ascolti che viene,
suggestioni sorprendenti,
eco di nascosti e lontani strumenti.

Parole viste lasciate a decantare:
ogni figura sta per mutare,
ogni lentezza attraverso l’azzurro
può toccare il suo porto.

Qui si muta il sale dell’inverno,
è il fiore rosso della tua passione,
da musica nascosta in chiara percezione.

Luce dicente, acqua d’attrazione.


Nocera Inferiore, 11.3.2012


Su Carlo Di Legge
È stato a lungo in Puglia ma è nato per puro caso a Salerno, poi ha trascorso gli anni a trasferirsi per l’Italia. Serba uno scrigno incantato del passato e inventa cattedrali benevole per l’avvenire. Spera di essere, in questo, come tutti. Negli ultimi tempi dice d’essersi iscritto alla scuola del presente. Scrive di filosofia, di tango e di poesia, è vero, bisogna ammetterlo.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.

Sentire il tango argentino. Dieci lettere e una poesia, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2011)
Il candore e il vento, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2008)