L'aria era rada, immobile, il vento sembrava essersi dimenticato di se stesso.
Altri uccelli erano ancora vigili su numerosi alberi tutt'intorno ma non danzavano come il corvo, non suonavano allegre melodie come nei giorni caldi dell'amore.
Era un tempo lontano, tanto distante che solo gli alberi piA1 duri e nodosi ne hanno un vago ricordo. Era un tempo in cui il corvo danzava sul faggio e cantava salmi d'amore... nonostante l'inverno.
Era un tempo in cui la luna era troppo vicina alla terra, tanto tonda e luminosa da far echeggiare il suo pallore in ogni dove: persino nel cuore di corvo.
Vibrava come diapason il solo essere lA?? presente, la luna, donando quella nota accordatrice di pentagrammi emozionali, donando quel La che dirigeva l'orchestra dei battiti di cuore del corvo.
Oh luna cantava egli con voce di flauto oh Luna, e null'altro gli riusciva di dire.
E la chiamA2, la chiamA2 mille volte mille!
Venne dunque il momento in cui essa sparA?? al di lA? dei piA1 alti monti.
Nei giorni a venire il corvo attendeva odiando il Sole: quella sola e unica nota di pallore che faceva vibrare il petto e le note piA1 belle volavano al cielo.
Lentamente la luna prese a celare il volto mentre il corvo straziava sempre piA1 la voce gentile.
Altre tante notti scivolarono grame: il corvo danzando e cantando la luna sparendo.
L'ennesima notte, come le sei ancora a venire, fecero del nero pennuto orfano della??astro. Per quanto urlasse il suo nome Oh Luna, oh Luna! lei non comparve. Il corvo si lasciA2 andare alla morte, la riconobbe sua simile.
Quando la Luna riprese il vagare da osservatrice del mondo notA2 immediatamente l'assenza del corvo. Gettando un occhio ai rami di faggio vide le nere piume immobili e capA?? il dolore della perdita, pianse anch'ella il lutto del canto piA1 vero, piA1 soave che mai aveva ascoltato nel suo viaggiare.
In quel tempo tanto lontano anche la luna conobbe il dolore. UrlA2, urlA2 tanto forte che il rivo s'ingrossA2 di colpo, il vento divenne tornado, gli uccelli tutti impazzirono, il faggio si spogliA2 di tutte le foglie celebrando nudo il lutto.
Resta con me gli disse la Luna non lasciarmi! implorA2 la Luna: Cosa sarA? senza te la mia notte?!
E ancora una lacrima di cristallo cadde, l'ultima lacrima che l'astro aveva nelle sue invisibili pupille scivolA2 sul becco del corvo.