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Poesie > lunedì 16 maggio 2011 - #57
Canzone antica
Carlo Di Legge
Dici: non abbiamo molto tempo, e pure
ogni momento che passa insieme
si fa infinito.
La tua voce apre immense navate
dai sostegni diafani e pulsanti,
e che sia giorno, o notte,
richiama volti di amici mai visti
che vissero la nostra canzone
o spinge ali di luce negli universi oscuri.
Emozioni si levano al suono,
come dolcemente chiamate
da un luogo dove riposano,
e risalgono sicure il corso delle tue parole,
per congiungersi alla fonte del tempo.
Come assetati, che hanno scoperto
quelle acque vibranti, beviamo.
Ti guardo, guardo i tuoi movimenti:
ti conosco.
Ti guardo: mi guardo,
pare di riconoscere me stesso.
Ma dico anche di non sapere chi sei a??g
piA1 ti conosco e guardo, meno ne so di te.
Vado come smarrito:
aumenta
la??invisibile nulla
fino a prendere tutto.

Domando chi sei a??g
dici: il tempo risponderA?.
Ma intanto, nessuna attesa,
perchAc abbiamo ogni cosa:
le nostre parole sa??incastonano
nel diadema del tutto presente.
Si raccoglie qui, presso di noi,
solo nulla puA2 ancora venire.

Ci priviamo? Ma ecco,
sul libro si toglie per aggiungere.
Nella discontinua gloria della??esserci,
dovunque sia la??uno, sarA? la??altro.

Se ti cerco, trovo me stesso;
se non ti trovo, allora
tu non sei piA1 lontana di me stesso.
Meno ti trovo, piA1 in mancanza cresci.

Il tuo sorriso antico nato ieri
il tuo sorriso
libera risonanze prigioniere.

Questa canzone A?N stata scritta
innumerevoli volte.

11.5.2011