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Squarci > sabato 30 aprile 2011 - #619
Margini
Annarita Lamberti
Margini

Cammino da tempo nel deserto dei tartari trascinando la mia valigia. Fortuna che le rotelle funzionino ancora, non voglio pensare a come sarA? quando si romperanno, non voglio proprio pensarci. SarA2 costretta a fermarmi e qui, in questo deserto, quando cala il sole, fa talmente freddo che non bastano tutti i pullover e la coperta che tengo nella valigia a riscaldarmi.
CamminerA2 fino che ne avrA2 la forza.
Il deserto A?N sempre uguale a parte qualche miraggio, di tanto in tanto. I miraggi durano ognuno quanto vuole durare. Li accolgo con un sorriso, lo so che sono solo miraggi ma faccio finta di niente: nel deserto dei tartari meglio un miraggio, con cui fingere di parlare, che stare zitta tutto il tempo, chA?N sembra non abbia piA1 nAc voce nAc parole. Poi da??improvviso i miraggi si dissolvono cosA?? come sono apparsi. Sono miraggi, mi dico, A?N la loro natura.
Mi sembra di vederne uno accanto a quella grossa roccia. Ha acceso un fuoco. Strano per un miraggio accendere un fuoco. Procedo verso di lui, ho voglia di fare quattro chiacchiere. Quando sono abbastanza vicina mi accorgo che il miraggio ha imbandito una ricca colazione sul suo tappeto. Si alza in piedi per accogliermi, mi sorride e mi saluta.
Sorrido a mia volta.
- A? giunto il tempo, finalmente, e sei arrivata. Ti aspettavo.
- Mi aspettavi? Cammino nel deserto da tanto, perchAc non mi sei venuto incontro?
- Non ci ho pensato, A?N da qualche passo che ti aspetto, che ho capito di aspettare proprio te. Ma che importa? Ora sei qui. Accomodati sul tappeto, ti toglierA2 le scarpe e ti calzerA2 queste morbidissime babbucce, ti verserA2 un tazza di caldissimo tA?N al gelsomino. E, guarda, quante gustosissime focaccine. Non hai fame? Non hai sete? Non vuoi riposarti? Riscaldarti? Guarda quanto A?N bella e calda questa stola di lana purissima.
Mi accomodo sul tappeto e lui tiene fede a tutte le sue promesse. Ed io sorseggio, mangio, mi riposo e mi riscaldo.
- La tua valigia A?N tutta impolverata.
- Se spazzerai via la polvere, si vedrA? che A?N scolorita e piena di graffi.
- Che importa? A? robusta abbastanza da proteggere il tuo bagaglio.
- Non ca??entra piA1 niente.
- Non hai bisogno di portare altro.
- Avrei voluto.
Si limita a sorridere.
- Sei un insolito miraggio.
- Infatti, non lo sono. Sono uno sputnik. E ti aspettavo per continuare il viaggio. So che hai tante cose da raccontarmi e gambe buone per camminare fino alla nostra casa, che ormai non A?N lontana. Da lA?? proseguiremo finchA?N ci A?N dato proseguire. Insieme. Abbiamo tante cose di cui parlare e gambe buone per camminare. Andiamo.
E mi porge la mano, prende la mia e la tiene stretta, tutto il tempo del cammino verso casa.
- In cambio della??ospitalitA? cucinerA2 cibi deliziosi, pulirA2, farA2 il bucato e sistemerA2 ogni indumento nei cassetti e negli armadi e nelle valige dei prossimi viaggi. Tu parlami, parlami e raccontami, ma due parole, solo due parole non dirmi mai.