casa
A?N sempre lA??, un poa?? cambiata, a specchio della??acqua pigra. Se
lei fosse viva, la ragazzina ebrea,
continuerebbe a vedere, uscendo di casa,
i barconi ormeggiati, e adesso
anche il Tulip Museum, nella casa di legno a??g ascolterebbe
le stesse campane
della grande Westerkerk, proprio di fianco, dove
hanno sepolto Rembrandt, non si sa bene in che punto.
Invece anche lei, come tanti della sua gente, A?N uscita in fumo,
dalla fabbrica di morti, lontano da qui.
La??acqua continua sotto i ponti, e le campane
a suonare. Noi diciamo che niente sa??A?N fermato, come se
il tempo si muova.
Le scarpe dei soldati del Reich sono ferme
ma adesso qui sembra (era giA? cosA??) che tutta la passione degli
uomini
sia nei loro traffici,
e sotto la??appartamento, al terzo piano dello Anne Frank Museum
(otto e cinquanta per gli adulti, ridotto i minori),
piA1 giA1 delle teche con i diari,
i turisti consumano chiacchierando,
sulle sedie arancione.
Qualcosa resiste,
ma??impedisce di salire alla casa.
Poi mi raccontano della??emozione
del passaggio segreto, della??aria ferma nel nascondiglio,
di sopra. Forse un giorno tornerA2.
Scende il crepuscolo sui venditori di hot dog
davanti alla chiesa.
La??acqua continua a rodere le fondamenta,
esala una??aria ferma e stantia
nei negozi da??antiquariato e futilitA?.
Forse ciA2 che resta non si mostra ma di certo si fa sentire.
Amsterdam, 15.3.2011