Era molto che non succedeva; cosA?? a lungo, mai. Le ho dato metA?
guardaroba,
come se dovesse restare.
Ha preso tutto il letto,
non riuscivo piA1 a dormire (ci ho perso la??abitudine).
Sono uscito dalla stanza, mi ha domandato dove andassi. La??ho
rassicurata: sono qui. Ho lavorato fino alle cinque e
mezza, sono uscito che era ancora buio
a riportare la??auto in posteggio.
Rientrando
ho ricordato le serate
vicino a lei. Era molto piccola, dieci o dodici
anni fa,
aspettavo che si addormentasse, poi scivolavo nel
lettino a fianco.
Mi piace il suo disordine (la casa A?N piccola, basta un nonnulla, stavo
sempre a dirle di mettere a posto) a??g ha comunque rifatto il letto
(appuntamento con le amiche, ha precisato, A?N
per non perdere tempo a??g non illudersi, lei non
collabora); mi piace andare con lei per
vestiti a??g guardo come li sceglie e li indossa, aspetto che domandi consiglio.
La seconda notte ha diviso il letto precisamente in due, e, come per
gioco, o perchAc si sentiva sicura, ha rinunciato alla??abitudine della
luce accesa.
Ho sentito la sua mano, A?N come una
zampetta morbida e calda, dalle lunghe dita.
La terza sera siamo andati a brindare alla??anno nuovo
da Elena a??g i fuochi esplodevano, ho pensato
alla vita, a ciA2 che A?N chiamato
passato,
alla memoria che ripete il brindisi
con chi per sempre ha perduto il cielo,
al perdibile cielo.
Anche la quarta notte sono andato di lA?,
a scrivere in attesa della??alba. Mi A?N sembrato bello come allora, era
agosto, quando
mi venne un libro, lei era di sopra che dormiva.
La cassiera al cinema la??ha scambiata per la mia nipotina
e qualcun altro resta perplesso, a vederci insieme.
Pochi intendono che A?N
la mia stella bruna; io solo, quanto mi somiglino
ostinazioni
e ombrose risposte, luci di affetti feriti
Alla fine di questi cinque giorni,
quando anche il pranzo era piA1 facile, se na??A?N andata.
Ma A?N stata una vera festa. Gennaio 2011