con onda lunga e rabbiosa
batte su una??illusione da??immenso a??g quando la tramontana
spazza la??aria,
e sa??alza sulla??altra sponda
una??alta barriera di montagne.
Giro la cittA?, fotografo i luoghi, cala la sera.
La cattedrale costruita sul mare A?N piA1 solitaria che mai,
una luce irreale di lampioni illumina i palazzi.
Percorro le altissime navate, maestosa e spoglia severitA? di
pietra.
Animali e maschere di pietra sporgono tutta??intorno,
li dicono segni del tempo, sono almeno mille anni.
Mi presento forse come un turista.
Ma dove nessuno puA2 seguirmi,
nel mio invisibile motore, tu prova a seguirmi,
senza??attesa di spiegazioni.
Infatti ho presenti vivi e morti,
e in me i tempi a stento si distinguono.
Tempo e memoria non sono che parole, ma il tempo
A?N reale?
Negozi e piazze ci sono. Rendo presenti i morti, essi
ci sono.
Ma non nello stesso modo, dicono. E gli stessi palazzi
cambiano.
Io stesso sono mutato. Capelli bianchi, corpo diverso,
ho esperienza. Dove non potevo andare, nei vicoli, non
ci sono piA1 i monelli seminudi e aggressivi;
ma entro con sicurezza, forse ho un aspetto
rispettabile, un fare distante, un poa?? oscuro; e, anche se
tutti possono somigliarsi,
so che non devo cercare che un volto mi parli.
Ora le piazze e le chiese non sono
al modo di ieri,
io non sono qui come un ragazzo,
sono del tutto cambiato,
eppure riconosco il dialetto.
Ma, mentre guardo il presente, ecco che cambia,
e un altro presente si presenta.
Il ricordo si fa scosceso, austero come le mura della
cattedrale, e dice: mai piA1 sarA? ciA2 che A?N stato.
Ma si ribella: come puA2 la??inferriata da??una finestra
sopravvivere a un uomo?
Qualcosa A?N qui, come allora, risalendo
pareti severe,
senza spiegazioni.
Oltre il movimento, permane qualcosa,
nel mare incessante,
e puA2 mostrarsi.
CiA2 cha??A?N stato una volta, A?N per sempre.
Se non pensi cosA??, neghi
lo stesso presente, che A?N solo una volta,
adesso.
Ma si moltiplicano,
esercitandomi sul tempo,
le cose che non so.