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Poesie > martedì 10 novembre 2009 - #526
Multiverso
Carlo Di Legge
Un architetto nascosto mostra evidenze: mattina presto, ripuliscono le strade.
Quasi nessuno.

Pensi te stesso in viaggio dalla stazione ferroviaria,
viaggiatori che aspettano, treni sporchi;
o a cavallo del tempo, una specie di linea immateriale o fluire
da??un fiume.
Tutto molto strano, ma ti sembra consueto. Ti rassicura.
La veritA? che appare nella strada sembra priva di pretese, ma sa??impone.
Non ti domandi ragione della??assurdo.

Credi a ciA2 che ascolti e vedi.
In viaggio: una porta gira sui cardini e sbatte senza
chiudersi. La??odore di treno sa??attacca ai vestiti, i vestiti addosso, nella??afa.
Immagini
senza artificio. Entrano ed escono, le porte per la??altrove sono ovunque.
Il mondo A?N una basilica evidente, misteriosa. Lune e soli,
come lampade appese, e grappoli da??uccelli sotto le navate.

Dubiti delle intenzioni degli uomini:
tu, avvezzo al sospetto,
guarda bene la??apparire, se non sia
la??apparire che ti guarda; e se soltanto quel che molti vedono
sia.
Alcuni luoghi custodiscono, oltre la??immagine che mostrano,
al contempo,
infinita multiversa animazione.
Cosa A?N questo che appare, e come poi
non dubitare delle cose che sfilano
nella??ordine del tempo?
Anche se la??apparire fosse tutto,
cose discontinue si mostrano.
Sa??illuminano in luce da??esistenza, si oscurano,
compaiono e dispaiono come su scena di teatro,
roteano si disperdono come un vortice di foglie da??autunno.
Il silenzio A?N pregno di parola, la parola di silenzio,
un treno vuoto si rivela affollato al tempo stesso,
e un uccello della notte si trasforma
in un simbolo.
Nel momento, il fuoco fatuo del tempo
ritorna, si ferma, senza direzione
scatta; dove qualcosa
A?N stato, qualcosa
permane, o torna; dove sarA? qualcosa, A?N giA?
presente, o A?N stato, e ca??A?N della??altro a??g non tutto
la??apparire A?N condiviso: non a tutti
si mostrano le cose che solo alcuni vedono.

Inquietante evidenza
di punti che ristagnano, confusi
sovrapponendosi
e mutando: una??immagine A?N una carta nel vento
ma la carta
da??improvviso
A?N un gatto che sa??arrampica
su un muro di vento.

Ma puoi credere inoltre
che di continuo la??invisibile divenga
fuoco e ombra di luce e di colore, e trasmigri la??inudibile
in suono e voce.

La??edificio del mondo A?N multiverso. Da rosoni invisibili e finestre
e scardinate porte
A?N come ti cercasse ciA2 che non puoi credere nAc speri:
da??improvviso ti parla, anche per mezzo da??altri.
Entrano ed escono figure da??altro tempo e senza spazio,
nelle strade vuote A?N folla da??altri uomini, di cui
non sai, pieni nei vuoti apparenti,
e si ripetono intrecci di sentieri
che traversano i palazzi,
dimore si ritagliano nel cielo o in case inesistenti.

Delle parole
diffida, e dei concetti:
la??uomo che spieghi la??apparire non A?N nato.
E insieme
medita quel che vedi, e forse senti ma non vedi,
momenti dello stesso senza-nome: ma, per quanto abbia
cercato,
sulle cause
hai solo antiche domande, e strane risposte.



Verso Elea, settembre 2009