Questo testo proviene dall'Archivio OXP e può contenere "mojibake" - caratteri non correttamente codificati. Ci scusiamo per il fastidio. Contiamo di correggere e risolvere il problema.

Squarci > lunedì 16 febbraio 2009 - #185
Storie dal deserto e dal mare e altri racconti
Ilaria Olimpico
La vecchia, nella penombra della stanza, seduta sulla sedia a dondolo di legno scuro, disse: "allora, hai voglia di sentire le mie storie? le immagini compaiono e non posso rigettarle, i personaggi mi vengono a cercare e non posso cacciarli. Ho bisogno di vomitare storie per ricordare e sognare, per perdonare e combattere, per guarire e raccoglierea??a?| e le immagini vennero... alcune dal deserto e altre dal mare.


Bacio. Dal mare.

Un piccolo, morbido, delicato bacio sulla sua spalla nuda e lei si svegliA2 e incontrA2 gli occhi di lui, grandi e blu.
Lui le si distese accanto e lei si rannicchiA2 tra le sue braccia e respirA2 la??odore della sua pelle.
Il mare andava e veniva,
con la sua schiuma bianca,
i suoi schizzi freschi
e il suo scroscio monotono.
Lei gli tolse la maglia e si distese lenta su di lui, facendo aderire pian piano i suoi seni al petto di lui di un tono piA1 scuro.
E poi, con il pollice seguA?? la linea delle sue labbra e lui fu sospeso in un attimo denso, con gli occhi ardenti fissi su di lei.
Il mare si distendeva sulla sabbia e poi si ritirava.
Lui iniziA2 a baciarle il pollice e poi il palmo della mano e poi il dorso della mano che girava delicatamente, come un girasole che, lentamente, insegue il sole affinchAc nessun petalo perda il bacio dei suoi raggi.
Lui avvicinA2 le labbra a quelle di lei che si erano schiuse come un frutto succoso e maturo.
Le diede un lungo bacio.
Le scostA2 i capelli dal viso dolcemente e portA2 il corpo di lei esattamente sul suo con morbida fermezza.
La brezza marina divenne vento e fece aprire gli infissi bianchi e vecchi della finestra lasciata socchiusa.


Ismail. Dal deserto.

Era un mucchietto di cenci scuri, sui gradini mangiucchiati della casa distrutta. Raggomitolata su se stessa, con il viso nascosto sulle ginocchia e il capo coperto da un velo scuro.
Aveva smesso di tremare e con fatica aveva allentato la stretta delle mani alle tempie e alle orecchie. La??eco delle urla rimaneva solo nella sua mente. Ma aveva paura di alzare la testa e di aprire gli occhi.
Avrebbe voluto diventare sorda e cieca, o meglio, avrebbe voluto perdere la memoria, perchAc le urla di terrore e le fughe disperate la??avrebbero perseguitata nei ricordi anche se fosse diventata sorda e cieca.
Avrebbe voluto addormentarsi e perdere la memoria. Avrebbe voluto addormentarsi e svegliarsi tra duecento anni.
Un barattolo di latta rotolA2 fino ai suoi sandali. Con infinita lentezza sollevA2 il viso impolverato e scuro, dominato da due grandi occhi verdi e lucidi.
Il vento leggero e malinconico portava con sAc la sabbia del deserto.
Il vento caldo e secco bruciava, incontrando le lacrime salate e silenziose sul viso impolverato e scuro, dominato da due grandi occhi verdi e stanchi.
Si alzA2, combattendo contro il pesante dolore che le opprimeva il cuore.
Rimase immobile, in piedi, nei suoi sandali sporchi di terra e sangue, nella strada deserta, tra i brandelli di mura e uomini.
Poi, con la voce ferma e altissima della??ultima speranza, chiamA2 una sola volta: a??Ismail!a??.


Abisso. Dal mare.

Sono un codardo.
Se non fossi un codardo, sarei giA? nel Buio e nel Silenzio.
Credono che abbia qualche strana malattia.
Sto perdendo peso e dormo spesso.
Non capiscono.
Mangio a fatica perchAc ho una nausea continua.
Dormo tanto perchAc ho molti sogni da fare.
Dormo tanto per abituarmi.
Dormo tanto perchAc il sonno A?N simile al buio e al silenzio cui anelo.
Credono che abbia avuto qualche trauma.
Non parlo con nessuno.
Me ne sto sempre da solo.
Non esco dalla mia capanna.
Ho difficoltA? a raccontarmi.
Dicono che io non parlo.
Ma forse, non hanno tempo di ascoltare i miei racconti lenti e talvolta grigi.
Sono un codardo.
Se non fossi un codardo avrei preso almeno le armi.
E sono doppiamente codardo, perchAc seppure consapevole, non riesco a saltare nel buio e nel silenzio.
Credono che io sia impazzito.
E invece non sono mai stato cosA?? lucido.
A volte, sogno la rupe
e il bianco che sotto rumoreggia.
Sogno di non essere codardo.
Sogno di essere lucido e non codardo.
Sogno di guardare avanti a me
i gabbiani nel cielo terso.
Sogno di fare un passo nella rupe.
Saltare.
Cadere pesante verso il bianco rumoroso e le grida dei gabbiani.
Salire leggero verso il buio e il silenzio.
E non essere piA1 codardo.


Nosemi e Fagi. Dal deserto.

Mentre viaggia verso una nuova cittA? di pietre e fango, sabbia e vento, annota sul suo diario avvolto nella pelle di cammello:
a??Nosemi A?N una vecchia che porta le noci delle amare consapevolezze e le pigne del vuoto e della??indolenza, non appartiene a nessuno e a nulla, perchAc sa che nulla rimane.
Fagi, sua sorella, invece, A?N giovane, distribuisce albicocche succose che si schiudono come labbra, e ciliegie di slanci e curiositA?, segue la??Amore sotto ogni sua forma, si fida del vento e dorme sul petto del mondo, sognando gli eroi che lo salveranno.a??




Lettere. Dal deserto.

Dove sei? A volte ti immagino girare per casa, con il tuo maglione largo o con la gallabya sudanese.
Ieri uno straniero ha detto il mio nome sospirando e il tuo ricordo si A?N impossessato di me in maniera cosA?? forte che temevo di impazzire.
Dove sei?
Se potessi almeno risentire la tua voce che sospira il mio nome con l'accento straniero che mi A?N caro... se potessi sentire quel sospiro che dice di non riuscire a resistermi...
Attendo con impazienza il tuo ritorno.
Gli odori e le musiche mi riportano alla nostra terrazza... ti sogno spesso e ancora piA1 spesso ti chiamo col pensiero.

Dicono che non apriranno ancora le frontiere per motivi di sicurezza.
Io ho una nostalgia straziante dei tuoi occhi castani profondi e della tua voce.
Vorrei poter sentire un'altra delle tue storie.
Vorrei poterti raccontare cosa ho sognato.
Ho ricevuto i tuoi messaggi e le tue lettere dal profumo di nargis e jasmine.
Rendi tutte le parole nuove.
Hai la capacitA? di risacralizzare il mondo e renderlo magico.
Non capisco come tu possa essere pericoloso alla a??sicurezza nazionalea??.

Ogni mattina, quando vado a lavoro, mi piace passare per la piazzetta dove c'A?N l'ulivo. Passo e alzo il braccio per sfiorare le piccole foglie verde scuro con la punta delle dita. Riesco a sentire l'odore di zatar e i trilli delle donne della tua terra.
Mentre continuano a costruire muri e recinti, l'odore forte di cumino arriva fino a qui.