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Squarci > martedì 25 novembre 2008 - #891
In una sala da??attesa
Fabio Pariante
Sala da??attesa. Ore 19 circa.
Fuori, si sente il tintinnio di una leggera pioggiaa?|

Luce soffusa, musica anni a??70 a basso volume. Ogni tanto si sentono colpi di tosse e profondi sospiri dei pazienti presenti. La??attesa A?N lungaa?|

La sala presenta 15 posti a sedere, e 12 sono occupati da persone di etA? e culture differenti.
Ca??A?N silenzio. Solo un a??rumorea?? di occhi guardinghi tra i presenti. Si studiano a vicenda senza pronunciar parola.

Lentamente la pioggia si fa forte. Alla??improvviso un abbassamento di corrente e la musica quasi si spegnea?| ma restaa?|

Bussano alla porta. Un paziente di colore. Il suo ingresso cattura la??attenzione di tutti. Si siede tra i posti liberi. Da solo. I posti occupati passano a 13.

Il silenzio A?N interrotto dai continui colpi di tosse di un anziano.

Nuovo abbassamento di tensione. Cade una rivista dal tavolino; in precedenza A?N stata poggiata male da un paziente che la??aveva sfogliata frettolosamente.
Nessuno la raccoglie, resta lA??, sotto la??apparente sguardo indifferente di tutti.

Un paziente, dopo la visita, va via accennando un saluto verso i presentia?| Gli risponde solo una persona, a voce bassa. Una donna. Poi, silenzio.

Un silenzio nuovo perchAc poi A?N interrotto dalla voce di un bambino appena sveglio che gioca nel carrozzino. La musica riempie ancora a??quela?? vuoto circostantea?|

Un leggero botto fa mancare luce e musica che alla??unisono lasciano tutti al buio. Nel leggero stupore dei presenti A?N tutto buio.

La pioggia A?N forte, incessantea?| Nessuno si preoccupa della??accaduto, del motivo. Continuano le attesea?| ma il bambino preso dalla paura si dimena in un lungo pianto irrompendo nel silenzio con le sue urla.

Nessuno si muove. Rivivono solo sospiri, sbadigli.

Si blocca il filmato, magari con un fermo immagine su sfondo nero o solo sugli occhi del bambino che, nella penombra, si intravedono.