in un dialogo muto
riconosco
i tuoi momenti
alterni.
Da
assolati giorni
a cupe ore
notturne,
sei il silenzio
della pacata
attesa.
E quando
sorgente e foce
di palpebre chiuse sei,
tristezze dileguano,
e fertili,
sterili nature
rendi.
Se
da distanze interminabili
la tua immagine
mostri e
dolcemente sorridi,
ogni incertezza
del mio tempo
nego.