Ma se non fumi, o meglio se non fumi piA1, quando ti assale quella??indisturbato istinto di evasione, o di riflessione, quella??energia a??poieticaa??, se non puoi piA1 accenderti una sigaretta allora fai qualcosa di diverso, scrivi, dipingi un quadro, disegni un oggetto qualunque, oppure innaffi un geranio smorto, o pianti un albero di limoni.
Insomma, moltiplicando per 10 (volendo essere ottimisti) o per 20 (se fumavi un pacchetto al giorno) quei 5 e piA1 minuti dedicati alla sigaretta, si ottiene uno sconto di una??ora o due al giorno sul tempo totale della nostra vita, e poi se si moltiplica per i mesi e gli anni, e per tutto quello che se ne puA2 trarre, allora non fumare A?N una sorta di riappropriazione del tempo, nonchAc del corpo, che si libera da una gestualitA? necessaria (quella di guardare la proprie dita, indice e medio ma non solo, illanguidirsi intorno al cilindro esiguo disegnato dal tabacco).
Ora, sono convinta che tutte le campagne anti-fumo che di recente affliggono la comunitA? non dipendano da un desiderio dello Stato-chioccia di proteggere la salute del cittadino-pargolo, ma anzi, al contrario, da un tentativo di aumentare la produttivitA? della??uomo-impiegato, eliminando il pericolo di quella ora o due che egli passerebbe, altrimenti, a chiacchierare con i colleghi e tramare ai danni della societA? tra un tiro e la??altro.
Ho smesso di fumare, perciA2 scrivo queste righe. La mia inquietudine post-moderna cerca ora nuove valvole di sfogo, nuove gestualitA? non obbligate, nuovi spazi di intervento.