Insieme. Sempre insieme.
Decidemmo di trasferirci a ottobre, nel pieno del confortevole e intimo autunno, e portammo su al quarto piano tutte le nostre cose per guardare finalmente la vita dalla??alto dei nostri balconi.
Quando fu il suo momento, ero annientato dal desiderio. Ne volevo uno bello, di un colore nuovo e antico insieme. Che ricordasse la mia infanzia ma che mi proiettasse in un avveniristico futuro. Volevo da lui quello che ero stato e quello che sarei diventato. Volevo lo specchio della mia vita, e volevo pagarlo a rate.
Lei non voleva venire. Mi disse:
Potrebbe sembrare che lo voglio ancha??io, che lo abbiamo voluto insieme.
Le risposi:
Noi vogliamo tutto insieme.
Lei storse le labbra. Mi credette. Mi accompagnA2.
Mi sentivo come un bambino al primo giorno di scuola.
Aspettativa. Eccitazione. Paura.
Dentro il negozio di elettrodomestici puntai presto il dito con fermezza.
Lui, il mio televisore era davanti a me. Avrei quasi detto che mi guardava.
Non so perchAc, mascherai la mia decisione con una domanda.
Che ne diresti di quello, mi sembra abbastanza adatto.
Dentro di me bruciavo di desiderio. Non capitava mai che mi sentissi cosA??. Me ne vergognavo cosA?? tanto che abbassai persino gli occhi.
Da quando eravamo insieme lei e io cambiavo, e ogni giorno, e mi sentivo piA1 forte, pensai.
Ma piA1 forte e piA1 in fretta e di piA1 pensai:
Che non se ne accorga che non se ne accorga che non se ne accorga.
Mi guardA2 e sorrise, un poa?? materna come quando sapeva di darmela vinta. Ma era uno dei nostri giochi, dopotutto.
Prendilo, A?N tuo. A? nostro.
La??avrei voluto impacchettato, infiocchettato. Tra le mie braccia. Era il mio primo, il mio solo. Con quella faccia decrepita e una??anima nuova fiammante.
Schermo al plasma. Mi tremavano le cosce.
Ebbe il posto da??onore. La mia attenzione crescente, la parca benevolenza di lei.
Restavo incantato a guardarlo persino quando era spento, gli lanciavo occhiate da??intesa quando passavo da una stanza alla??altra e ne incrociavo il profilo netto come una lama.
Avevo sempre piA1 voglia di tornarmene a casa. In ufficio non facevo piA1 gli straordinari, con gli amici trovavo piA1 di una scusa per evitare il bicchiere della staffa.
Tutti malignavano, occhiolini e gomitate.
La ragazza lo tiene in pugno. Vedrai che adesso si sposa pure, magari in chiesa.
Risate e gomitate ancora.
Qualcuno mi prendeva pure per la nuca e mi fissava, occhi annacquati negli occhi come a dirmi durerA? poco la favola, goditela finchAc puoi.
Io non badavo piA1 a niente, a nessuno. Sapevo che la mia favola poteva essere eterna.
Con lui preferivo mettermi in libertA?, e sapevo che a lui piaceva. Massimo comfort, si capisce.
Un pantaloncino e una maglietta e la nostra notte poteva cominciare. Era la notte che preferivo.
Guardavo di tutto, senza preferenze, senza distinzione, attraverso il suo sguardo pulito.
Non avevo mai visto niente di simile. Alta definizione, si capisce.
Poi smisi di uscire del tutto. Parlare mi stancava e mi annoiava a morte. I discorsi erano tutti giA? stati fatti, le parole giA? dette.
A lei, al mio ritorno dalla??ufficio, quando la trovavo vestita e truccata, dicevo solo divertiti e a un certo punto non dissi nemmeno piA1 quello.
Ora le cose sono cambiate. A? passato un anno, ed A?N passato in fretta, e mi restano pochi confusi ricordi.
Noi due non stiamo piA1 insieme, non facciamo piA1 tutto insieme. Altri guardano la vita dalla??alto dei nostri balconi al quarto piano.
Quella sera in cui se ne andA2, aveva in mano le sue borse di pelle rossa lucida, il cappotto ripiegato sul braccio e le labbra morse.
Ascolta, me ne vado.
Le sue parole, milioni di parole, tutte quelle che conosceva, vorticavano nella stanza. Io ero sul divano, davanti allo schermo, inerte, con i miei calzoncini preferiti.
Il volume era alto ma la mia mano non si allungava verso il telecomando. Ero come paralizzato. Sarebbe bastato un attimo, un gesto. Mi persi tutto il discorso.
Quando venne la pubblicitA?, la tensione si abbassA2. Mi rilassai quasi.
Potevo dedicarmi a raccogliere i frammenti di ciA2 che aveva appena detto, e ricomporli in frasi.
Voltai la testa piano verso di lei, cercando un sorriso convincente.