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Squarci > domenica 11 febbraio 2007 - #240
Acqua e vento
Teresa Di Rosa
Che cosa posso scrivere? Il tempo A?N troppo pocoa?| una sola settimana. A? impossibile sviluppare una??idea in una sola settimana. La??ispirazione, dove diavolo la trovo? Che cosa posso scrivere? Un racconto su un prigioniero condannato a morte? La confessione di un inetto a vivere? Non mi convince. Scrivere qualcosa di classico? Ma sarei in grado di farlo? Ca??A?N una traccia? a??Da quel giorno tutto cambiA2a?|a?? Non mi convince. Ho bisogno di una??idea. La??incubo di uno scrittore: la??inaridimento della vena creativa. Calmo, devo stare calmo. A? meglio se mi faccio una camomilla. Teiera, acqua, fornelli. Dova??A?N la confezione di camomilla?
Non riesco a ricordare niente! Nessuna tecnica per stimolare la??ispirazione, e sA?? che ce ne sono! Non riesco a concentrarmi, ad avere quella specie di illuminazione. La cosa importante A?N la??idea. Le parole seguono. A??Datemi una parola e vi racconto una storiaA??, diceva Tolkien. Avrei bisogno di lui, della sua mente, della sua anima. Ma io non conosco la sua anima, nAc quella di qualcun altro. A malapena conosco la mia. La conoscenza A?N potere. Conoscere la??anima di una persona significa dominarla ed A?N questo il motivo per cui la??anima, come giusto che sia, A?N insondabile.
La??anima deve rimanere insondabile anche a causa della??esistenza del nostro lato oscuro, della nostra Bestia che A?N sotto il nostro controllo, soggiogata a stento. Sappiamo benissimo che non puA2 essere vista nAc tantomeno conosciuta dagli altri e spesso nemmeno da noi stessi. Forse A?N proprio questa la??idea giusta, quella che cercavo!
Le 9 in punto e devo consegnare domani. Ce la farA2. Ok, cominciamo a buttare giA1: fogli, pennaa?| e il titolo? The soul day. A? orrendo! Lo cambierA2 dopoa?|

a??Ci sono giorni in cui vorresti non essere mai nato. Vorresti sparire, cosA??, semplicemente. Vorresti essere tagliato in minuscoli frammenti, completamente. Non lasciando nulla dietro di te. Io mi sento cosA??. Da anni. Senza alcuna via da??uscita. Mia moglie. I miei figli. Gabriele e Sara. Non mi amano. Non mi hanno mai amato. E come potrebbero? Io sono un inetto a vivere, un personaggio sveviano che ha preso vita. Sono stato un impiegato in una compagnia di assicurazione per piA1 di venta??anni. Ho una casa, una famiglia e una vita normali. Molti sarebbero felici al mio posto, o ne sarebbero persuasi, essendo il tipo di vita toccato in sorte alla maggior parte delle persone. Tuttavia non posso essere felice, io. Decisamente non era la vita che sognavo da bambino. Mi sarebbe piaciuto essere un pittore. Ma non avrei potuto. Mi manca il talento. Ora sono soltanto un amante della??arte. Probabilmente ne so piA1 di un esperto. Il mio pittore preferito? Non ca??A?N qualcuno in particolare. Forse Picasso, Klimt, Caravaggio, Antonello da Messina.
Devo fare una premessa. Sono ateo. Se fossi rimasto cristiano sarei impazzito. Credere in una vita dopo la morte A?N soltanto la??esorcismo della nostra paura della morte, della nostra paura che, quando siamo morti, siamo morti. Interrotti. Finiti. Annullati. Scomparsi. Cancellati. Le persone hanno paura di questa eventualitA?. Ma non io. A? differente per me. Sapere che la morte A?N la fine della vita A?N stato sempre un pensiero confortante.
Ad ogni modo, sono terrorizzato adesso. Temo che la morte non metta la parola fine a noi stessi. Temo vi sia altro dopo la morte. Ca??A?N stato un giorno. Da quel giorno tutto cambiA2a?|a??.