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Poesie > giovedì 25 maggio 2006 - #233
Frammento etico-poetico
Carlo Di Legge
Ea?? stanca la poesia ma si presenta in un disturbato pomeriggio:
dovrA2 inseguirla come in sogno, fermandola un istante prima che dilegui.
Mi bisbiglia intorno a piccoli sciami: guarda la??altro, guarda te
stesso.

Nella??altro cerca te stesso, ma i destini non ripetono i destini:
nella??altro dunque cerca il diverso, in te stesso trovi il diverso.
Ea?? fertile, il tempo di chi cerca. La tua misura A?N: uguale e
diverso, e ognuno segue la sua stella, tracciando rotte nel
multiverso.
Tua stella, il tuo vero sentire,
sguardo talora libero come un immenso cielo spazzato da venti;
A?N preferibile con sentire,
ma in qualcosa segui solo te stesso.

Se necessario, preferisci ciA2 che il mondo non vede,
secondo prospettiva.
se per questo il mondo ti allontana, lavora per tempi migliori.
Testimonia la??ingenuitA?.

Tutto passa e ogni cosa muta se stessa
e tu provati alla fortuna che sempre cambia, come da??improvviso
figura di danza chiama opposta figura.
Prima del tempo non dire addio, ma prevedi il tempo, placa la
tristezza, sii sereno prevedendo.

Il peso della vita che rallenta, nei giorni disadorni
disperdendosi; i ricordi che,
non convocati, si presentano: tutto sostieni, con sentire che
sa??impone.

Solitario o in compagnia, non A?N sconfitta nAc successo.
Preferisci pochi testimoni a un pubblico disattento. E sempre
una marea di vivi e di morti in te risale: A?N mai solitaria, o
affollata, la vita?

Preferibili veri sentimenti, e misurati, alla??ostentare. Disinvolto o
timido, mansueto o rapace, coltiva i tuoi caratteri
fino a virtA1, senza mutarli in
umiltA?, o arroganza, che virtA1 non sono.

Sii grato in qualche modo a chi ti ama, ama chi trovi amabile.
Ama con decisione, ma lascia essere la??altro. Amare, basta; amare
essendo amati, A?N pieno; essere amati non amando a??g puA2 essere,
ma A?N vuoto.
Siano successo e denaro, potere e sesso, ma fuggi la??eccesso.

Non sempre perdita agli occhi del mondo A?N tale a??g nAc acquisto.
Se giA? hai perso molto, puoi perdere ancora; se hai abbandonato,
puoi ancora essere abbandonato; se hai guadagnato, amministra.

Con la??etA?, guarisci il voler male e il dir
male nei tuoi luoghi di cura. Abbi casa, anche priva di mura,
custodendo i ricordi che crescono.
Che non divorino pensiero e intraprendenza, come i parassiti
impediscono la rosa.

Coltiva la??altro come te stesso: ricercalo non per utilitA? e
danno, ma per il piacere da??essere di fronte. Non per possedere
o per piacere ma per desiderio di conoscenza, in velocitA? o
con decisa timidezza.

Preferibile la veritA? che deve nascondersi a ciA2 che A?N in luce
ma prova vergogna,
benchAc la luce in sAc sia benedetta, e la vergogna da interrogare.
Se devi, scegli dunque ciA2 che non si vede,
verificando il vedere, e porta la??altro a vedere, testimoniando
la??ingenuitA?.
Non indulgere a cecitA? condivisa.

Lascia fare agli altri la loro esperienza, ama benevolenza
e generositA?: ama il mondo, nonostante appaia difficile, perchAc
una??altra strada oscura veritA? e potenza.
Pochi ascoltano e pochi possono condividere
ma A?N bene entrare nella mente che ti accoglie e farti
riconoscere, parlando chiaro e ascoltando. Anche se timido,
ardisci: che timore hai?
BenchAc la??ambiguitA? sia nella stessa luce,
si deve comprendere da che parte stai. Chiarisci te stesso,
incontrerai la??altro. Se la??altro si allontana per questo, prepara
tempi migliori.

Ea?? vera la differenza tra vero e falso, ma anche la veritA? del
falso A?N vera, e la veritA? della vita A?N senza
pietA?. Cresca in te la veritA? delle cose, con la tua misura,
libera come un cielo stellato.
Che gli altri crescano e perdonino, anche attraverso te, la
crudeltA? della??esposizione alla luce e la paura del buio;
che gioiscano di te come del mattino, sentendosi poi
protetti con te, come una penombra che protegge.
Sii luce ingenua del mattino e penombra che protegge.


24/5/2006