Ero nella casa che spesso occupo nei sogni. Stanotte ci ero di nuovo, la riconoscevo perchAc A?N identica a quella reale, e come nei sogni del passato cercavo di raggiungere la seconda ulteriore casa, di mia chiara proprietA?, speculare alla mia e che so per certo di non aver mai arredato, una casa che so esserci e aspettarmi spoglia e pura. Una casa tanto convincente e insistente che per mesi ho creduto di possederla davvero da qualche parte, anche da sveglio! E addirittura di pagarci le tasse...
Poi incontro gente, ma sempre con la latente coscienza di star vivendo una timeline parallela. A? estate e geograficamente mi rendo conto di essere certamente in Oceania, Australia o forse Nuova Zelanda. PiA1 probabilmente Australia. Lo so perchAc, espresso il dubbio, adesso aleggia un vago concetto aborigeno e il viraggio della??esperienza visuale diviene rossastro.
Raggiungo la casa di persone occidentali. Una villa moderna, bianca e abbagliata dal sole. Dopo un veloce itinerario di saluto nel suo interno, mi raggiungono da fuori le voci e il rumore degli spruzzi di coloro che si divertono in piscina. A? la casa del mio amico Terence, morto prima che potessi conoscerlo, ma che adesso A?N lA??, vivo e vegeto, davanti a me. Mi indica sua figlia sul bordo piA1 lontano della piscina e velocemente mi ragguaglia sugli altri presenti: amici in visita, conoscenti. Per sua figlia nutro un sentimento di pena. Ricordo quando le mandai davvero una email, alla quale non mi ha mai risposto, e per la quale dovevo esserle sembrato quantomeno sbadato, se non insensibile. Terence mi invita a entrare in piscina, come fa lui, anche tutto vestito. E cosA?? faccio, intuendo che in questo mondo i vestiti sono un involucro virtuale, senza particolari proprietA? fisiche. Entriamo insieme in piscina, coricandoci lentamente sul pelo della??acqua, di schiena, e lui mi istruisce su come immergermi completamente e su come continuare la??immersione in quella posizione. Mi ricorda di non preoccuparmi di respirare perchAc anche il respiro A?N una convenzione estranea al mondo che sto visitando ea?| del resto, sono lA?? per imparare cose nuove.
Immerso nella piscina, a occhi rigorosamente aperti, incontro con lo sguardo il sole abbagliante, che mi raggiunge dalla??alto e dalla??asciutto, e a mano a mano che mi immergo, sempre in quella posizione, capisco che il perimetro di questa piscina rivela le caratteristiche esterne di una terza casa nascosta. Nella piscina vi sono infatti finestre e porte sommerse che danno accesso a una??ulteriore dimensione architettonica, esplorabile con la stessa modalitA? con cui il sogno A?N iniziato: fluttuando senza peso, come spinto da una gentilissima corrente o come attratto da qualcosa di finale, in questa??acqua che non A?N aria, ma che forse A?N tutto.
Una volta compreso la??incomunicabile, il risveglio A?N estatico.