Napoli ha un intero mondo sotto di sAc. A? un mondo fatto di cunicoli, acquedotti, caverne, gallerie. In superficie, sono scontate le luci, i colori, i rumori. Basta scendere qualche gradino e tutto questo sparisce. Buio. Soltanto qualche rara lanterna, messa da chi questo mondo la??ha esplorato. Si arriva in una vasta caverna. La guida con le sue parole mette paura e qualcuno, spaventato, torna su in superficie, tra i colori. Certo, mette paura il mondo buio.
Passando in un cunicolo, si arriva in una??altra cavitA?. Al soffitto A?N appesa una bomba. A? come sentire le grida della gente, le sirene da??allarme che annunciano i bombardamenti, la??ansia di non sapere se si tornerA? su. Correre, scappare. Prendere, avvisare. Tutto lA?? sotto. Per proteggersi dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale le persone si rifugiavano in queste caverne, che un tempo avevano fatto parte di un enorme acque dotto che attraversava tutta Napoli.
Continuiamo nel percorso. Come gli operai della??acque dotto, noi camminiamo attraverso i cunicoli un tempo riempiti da??acqua.
Mille fiaccole, mille timide lucine si fanno luce nella parte piA1 buia di questo magico mondo.
La seconda parte del percorso A?N la piA1 difficile. Attraversiamo cunicoli stretti meno di cinquanta centimetri con le fiaccole sopra la testa. Camminiamo lateralmente, in fila indiana. Qui solo le nostre fiaccole illuminano la via, perchAc la galleria A?N cosA?? stretta che non ci sarebbe spa zio per le lanterne. La??unico modo per affrontare questo cunicolo A?N continuare senza guardare nAc avanti nAc in dietro, senza pensare di essere sottoterra, senza possibilitA? di uscita. Immagino chi doveva lavorare qui sotto. Era solo, completamente solo. Non poteva sapere se sarebbe sopravvissuto o se sarebbe rimasto lA??, inghiottito dalla terra e dalla??acqua. Ma continuava, non si arrendeva. Anche noi continuiamo, impavidi e sicuri. A un certo punto, una parola passa da un capo alla??altro della??ultima parte della fila: bivio. Dopo un momento di tremenda paura, capiamo che la strada in realtA? A?N solo una, e continuiamo. Ma davanti a noi, invece della strada, ca??A?N una catenella. Gambe che tremano. Il mio cuore sembra scoppiare. a??Guida! Guida!a?? La risposta della guida A?N vicina, e questo ci fa preoccupare ancora di piA1. Ci siamo persi. La guida continua a urlare. Alla fine, riusciamo a trovare la strada e raggiungiamo il resto del gruppo. Otto piccole fiaccole si erano perse, eppure nessuno se ne era accorto. Il cunicolo stretto A?N finito e dopo qualche cisterna ancora piena da??acqua, torniamo in superficie. Le fiaccole si spengono. Hanno svolto, ancora una volta, il loro indispensabile lavoro, guidando i curiosi alla scoperta delle magie del loro mondo sotterraneo. Tutto, giA1, torna deserto. Si possono sentire solo gli echi di chi ci A?N stato dentro: la??acqua, le persone bombardate, le loro storie, e adesso anche noi. Torniamo su, nel mondo esplorato, dove tutto A?N conosciuto e niente A?N un mistero. PerchAc il vero mistero, ora lo sappiamo, A?N nascosto nelle viscere della terra.