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Poesie > venerdì 20 novembre 2020 - #445
Per la mia seconda madre
Giuseppe Sterlicco
indistruttibile, ribelle,
fiera

indomabile

donna e femmina

granitica, adamantina, testarda
benigna, armoniosa, amabile
semplice

genuina, pura, ruspante, schietta
autentica

pietra e roccia

senza strizza nAc timore e senza apprensione,
senza panico, mai inquieta, mai dubbiosa
senza colpa e senza peccato, mai un crimine,
mai una mancanza, mai un fallo

senza i peli sulla lingua

ricordo il pane imbevuto intriso di zucchero,
e il montesomma e il gradino della porta d'ingresso e le piante da annaffiare
l'estate, l'inverno, l'autunno e la primavera quando c'erano ancora,
e la cA1rtina che indicava un sud orfano del nord

e tu,
al centro di tutto,
schiena dritta,
la scopa in una mano e l'altra sui fianchi,
il grembiule azzurro sporco di farina,
le ciabatte, la voce tonante da bersagliera che dispensava comprensione & pace,
mai consigli o lezioni o prese di posizione, quelle le lasciavi a chi ne sapeva di piA1
tu no,
tu eri altro

tu eri signora e cacciatrice
coi tuoi capelli corti ed eleganti

tu,
madre, nonna, zia,
figlia e nipote
tu, Maestra: tu eri tutto

mia
Seconda
Madre,
Mia

ho saputo mentre ero distratto

hai esalato l'ultimo respiro,
affannato, fiacco, pesante, complicato, faticoso, greve,
maledetto da noi tutti eppure benedetto da te,
dal tuo ridere e fottertene delle difficoltA?,
delle cadute, delle disgrazie, dei dispiaceri, dei rimorsi,
dei pacchetti di Merit, dei guai, del veleno dei serpenti,
della tosse arida e insistente
e dei tuoi polmoni stanchi

ieri, io non ero lA??, come mio solito
ma ieri tu eri qui e qui sei oggi e domani qui sarai

riponila questa croce disgraziata nel cantuccio,
goditi il respiro della VeritA? che aspramente hai vinto,
sii libera, come lo sei sempre stata
assolta, prosciolta, scarcerata
e lascia, lascia, lascia a noi
il dolore, la consistenza del silenzio, il peso dei rimpianti
e il vuoto della tua carne assente:
noi meritiamo tutto questo e mai saremo all'altezza del tuo nome,
mariateresa

dignitA?, quando mi chiederanno il tuo ricordo,
dignitA? e nient'altro

ho parlato forse troppo,
mi avresti sorriso e detto che esagero,
hai ragione, mi fermo qua

adesso, riposa.