una lebbra bianco latte
a suggerirmi la malattia della scrittura
accartocciata dalla polvere
cosparsa sulla memoria,
ora solaio di vecchiume.
ResterA2 a vagare per il tempo necessario
e quando mi riascolterA2 saprA2
se la purezza della parola A?N riemersa
oppure stringe la voce nella valle della??affanno
o saprA2, dal colore della??anima in cielo,
quanto i miei occhi saranno guariti.
Sii fiero se ancora la schiena scuoti
e dalle cadaveriche esistenze
vai riconciliandoti al cammino,
sii leggero se ancora dritto ti porti
sul viale della vita
nella sua pioggia di foglie.