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Squarci > giovedì 25 luglio 2013 - #154
Morte apparente
Vincenzo Minei
Don Armando Bignone abitava alla salita di Capodimonte. Ex calzolaio conosciuto ed apprezzato, aveva tre figli grandi un maschio e due femmine e viveva solo con la moglie Romilda. Una mattina la donna era andata a preparare il caffA?N ed era andata a svegliare Armando per avvisarlo che era pronto. Lo chiamA2 due, tre volte ma la??uomo non dava segni di vita:

-ArmA?, a??o cafA?N A?N pronto! ArmA?, scitete! ArmA?, nun pazziA? eh? Uh Madonna, chist A?N muort! GesA1!

In pochi minuti tutta la strada e anche le zone immediatamente circostanti aveva saputo della??improvvisa morte di Armando a??o scarparo, come era conosciuto il neo estinto, dalle vicinanze del bosco, fino giA1 al Supportico dove Armando aveva esercitato il suo commercio per trentasette anni. Inevitabili furono anche le frasi fatte e i luoghi comuni che accompagnano sempre gli eventi luttuosi improvvisi:

-Avete saputo chi A?N morto?
-Chi?
-Don Armando!
-Ma chi, a??o scarparo?
-Giura!
-Quando A?N vero Dio,a?? a mugliera la??ha chiamato pa??o cafA?N e ha visto che non rispondeva!
-Povero don Armando, e chi se la??aspettava!
-Stava cosA?? in buona salute!

-Ma che stai dicenn TotA2?- domandA2 Filomena la figlia di mezzo di don Armando, quando il fratello Salvatore le comunicA2 la notizia della morte del padre. Filomena aveva due figli maschi, un adolescente di sedici anni e un bambino di otto. Salvatore aveva invece un ragazzino di dodici anni e una ragazza di diciassette.

-Quando ma??ha telefonato mammA? pure io non ci potevo credere!
- Io ieri la??aggiu visto, stev buon!
- Che ca??azzecca, quella mica cercaa??o permesso o bussa alla porta, quando arriva a mort arriva!
- VabbuA2, ci vediamo oggi da mammA?!

Intanto Romilda aveva giA? ricevuto le visite delle prime pie donne e vicine bizzoche che sono quelle che vivono esclusivamente per andare a veglie e a funerali:



-Condoglianze donna RomA??!
-Grazie, donna RegA??, venite!

Ignaro di quello che stava accadendo, Dino, il figlio maggiore di Mena, era in compagnia di Alessia, compagna di classe e fidanzatina, nella palestra della scuola. Era la??intervallo delle lezioni e quello era la??unico luogo dove era possibile avere un minimo di intimitA?. Erano in piedi contro una parete e si baciavano con trasporto. Lei cingeva il collo di lui con le braccia e ad un certo punto le gambe di Alessia si sollevarono. Dino la prese in braccio e, lentamente, scivolarono su uno dei materassini elastici. Lui iniziA2 a sbottonare la camicetta di Alessia, le sue intenzioni erano piA1 che chiare:

-AspA?N!- disse Alessia, fermandolo.
-Che ca??A?N?
-Mica lo vuoi fare qua?
-PerchAc?
-E se entra qualcuno?
-Ma chi vuoi che entra? Ma tu o vuA2 fa?
-Si e no!
-Che vuol dire?
-Ea?? che nun la??aggio fatto mai!
-Manco io! Senti, se il problema A?N il posto, allora forse so a chi devo domandare.

Glie lo disse:

-Tu lo vuoi fare?
-Non so, certe volte mi sento cosA?? piccola, ma quando sto con te mi sento femmina, mi fai venire una voglia di fare la??amore!
-Se tu dici sA??, io telefono a questo amico mio che tiene il basso e gli chiedo se ce lo puA2 lasciare per oggi, che dici?
-Per me va bene?
-Sicura?
-Si!

Ripresero a baciarsi, ad accarezzarsi e a rotolarsi, fino a quando non suonA2, inesorabile la fine della??intervallo:

-Che peccato, A?N giA? finito!- esclamA2 Alessia, sconsolata.
-Comunque riprendiamo oggi il discorso?
-Tu fai quello che devi fare, poi ne parliamo!- rispose sibillina Alessia, stampando un bacio sulle labbra a Dino, che rispose mordicchiandole il labbro inferiore. David, il figlio minore di otto anni, che frequentava la terza elementare, era con Giulio, il suo compagno di banco:

-Ci vieni oggi pomeriggio a fare i compiti a casa mia?- domandA2 Giulio.
-Non lo so, devo chiedere a mamma.
-Ok, ho i doppioni delle figurine del Napoli, se vuoi te le regalo!
-Grazie!

-Grazie, LinA1, si nu frat!- disse Dino al cellulare.
-Allora?
-Ea?? fatta!- esclamA2 Dino.
-Ma quanti anni tiene questo amico tuo?
-Ventuno
-E coma??A?N che lo conosci?
-Frequentiamo la stessa compagnia!

Dino prima di andare a casa, passA2 in farmacia, dove comprA2 una confezione di preservativi. EntrA2 eccitatissimo:

-Mamma, oggi esco! Che ca??A?N? PapA?, che ci fai a casa?

TrovA2 il padre, Enzo, che era rientrato prima dal suo lavoro di muratore, e il fratellino che piangeva. Fu questa??ultimo a comunicargli della scomparsa del nonno:

-Lo sai che il nonno A?N morto?
-Quando?
-Stamattina presto, dobbiamo andare a trovare la nonna- rispose Enzo.
-Quando?
-Oggi!- rispose la mamma.
-No!- esclamA2 Dino, crollando sul divano. Addio appuntamento romantico con Alessia. Ma proprio quel giorno doveva scegliere il nonno per levarsi da questa valle di lacrime?

Fu chiamato il prete della chiesa di Santa Maria della Salute, don Vincenzo, per benedire la salma che venne vestita come da tradizione, e distesa sul letto, circondata da quattro ceri. Verso le quattro del pomeriggio giA? alle comari e alle vicine si erano aggiunti parenti di grado vario, chi piA1 chi meno sinceramente affranto o li convenuto per convenzione.

-Condoglianze mammA?!
-Condoglianze nonna!
-Grazie, venite venite!

-Voi tenevate programmi?- domandA2 Dino ai cugini Tonia e Genny
-Io dovevo andare al cinema con le compagne mie
-Io dovevo andare a giocare a calcetto!
-Mi dovevo vedere con la ragazza mia! Mannaggia!
-Sssht!

Mentre si recitavano le preghiere di rito, squillA2 il cellulare di Dino:

-Scusate!- disse il ragazzo, alzandosi e andando nella??altra stanza. Era Alessia.

-Merda! Pronto, amA2! Scusami, ma A?N successo un macello!
-Scusami un cavolo, A?N na??ora che ta??aspetto!
- Stammi a sentire, non ho avuto nemmeno il tempo di avvisarti!

Finita la telefonata con Alessia, Dino tornA2 nella stanza dove si vegliava il nonno.

-Mamma, ma quando uno muore, dove va?- domandA2 David.
-Vanno a stare in un posto migliore!
-PerchAc, qua non stanno bene?
Dino era invece interessato a questioni piA1 pratiche:

-PapA?, ma secondo te, il nonno avrA? lasciato qualche cosa di soldi?
-Ma ti pare questo il momento?- rispose il padre, mollandogli uno scoppolone.
-Ahia!

Ad un certo punto accadde quello che nessuno si aspettava: don Armando emise un respiro, aprA?? gli occhi e, tra lo sconcerto generale domandA2 alla moglie:

-RomA??, allora? Che ci sta per mangiare?

-Ah!
-GesA1, o muort A?N risuscitato!

Ci furono svenimenti, stupore, qualcuno gridA2 al miracolo.

-Ma come ma??avete combinato? Che sono sti ceri, o prevete, mica ero muort?
-Ma come? Io stamattina ti avevo chiamato per il caffA?N e non hai risposto!
-Pronto, AlA?N, A?N successa una cosa incredibile, o nonno A?N risuscitato! Si, poi di spiego!

Arrivarono pure gli addetti delle pompe funebri:




-Ea?? permesso? Siamo venuti a prelevare il morto!
-E ve ne potete pure tornare indietro, perchAc come vedete qua non ci sta nessun morto!- rispose don Armando.
-Allora abbiamo sbagliato casa?
-No, la casa A?N giusta, solo che il morto, che sarebbe isso, non era proprio defunto!- rispose don Emanuele Manfredi, un vicino di casa.
-Amm capito. Jammuncemme, abbiamo fatto un viaggio a vuoto!
-A questo punto me ne vado pure io, visto che la mia presenza qua A?N del tutto inutile, buona serata, sia lodato GesA1 Cristo!- salutA2 il reverendo parroco don Vincenzo.

Quello della morte apparente di Armando o scarparo, fu un caso che fece parlare per settimane tutta la via, furono giocati anche i numeri al Lotto: la meraviglia, il morto e il morto che parla. Il professore dottor Fabrizio Borrelli, primario di cardiologia della??Ospedale S. Gennaro che visitA2 la??ex calzolaio, affermA2 che trattatasi di un rarissimo caso di a??sindrome di Lazzaroa??, vale a dire che il cuore si ferma per un certo momento, per poi riprendere a battere improvvisamente. Il rimedio consigliato dalla??esimio luminare, fu quello di ridurre il sale in modo da evitare la pressione arteriosa. Questa storia, per quanto inventata, A?N ispirato ad un fatto realmente accaduto. Chi scrive altro non ha fatto che reinventarla nei nomi e nelle situazioni.