ed entro in un hotel grandioso.
Sale da??ogni sorta intorno a me:
maestose alcune, altre piA1 sobrie,
o addirittura minime, come bozzetti.
In una da caffAc, diafana, essenziale,
mi fermo a riposare,
a infinita distanza
dai rumori di strada.
Sorseggio un caffAc caldo.
Ma??incanto sulla porta:
prestigiatore muto,
arcano nella sua banalitA?,
inghiotte i volti noti
rigurgitandone di nuovi.
Starei per sempre ad osservarlo,
ma non si puA2 restare:
il direttore dice che da tempo
stanze per la notte qui
non ce ne sono piA1.
CosA?? tra un poa??,
il sole a fare luce su altri caffAc,
ancha??io uscirA2 da quella portaa?|
Ma intanto assento
e resto ad ammirare.